L’uso in Italia dei fondi Next Generation EU e la stesura del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: ci vuole lealtà, rispetto, concretezza e soprattutto una visione congiunta tra le forze al Governo e le Comunità.
Un plauso degli Stati Generali delle Donne alla Risoluzione approvata ieri alla Camera.
Lavoro femminile, sanità, istruzione, ambiente.
Isa Maggi Stati generali delle Donne
Ieri alla Camera è stata approvata (a firma di: Davide Crippa, Delrio, Boschi,Fornaro, Gebhard, Manzo,Ubaldo Pagano, Del Barba,Fassina, Tabacci, Tasso, Rospi) una risoluzione che impegna il Governo a dare attuazione alle indicazioni contenute nella Relazione su Recovery Fund presentata, inclusiva dei rilievi formulati dalle Commissioni permanenti, e, in particolare:
a) al fine di rispettare la tempistica prevista dal dispositivo per la ripresa e la resilienza, che impone tempi certi di attuazione, per la decarbonizzazione e la transizione ecologica a utilizzare il contributo qualificato degli Enti locali e delle eccellenze pubbliche e private che il Paese è in grado di offrire;
b) per quanto concerne gli interventi volti a promuovere investimenti privati, a delineare strumenti capaci di attivare le risorse in modo rapido ed efficace,a tal fine privilegiando misure che si traducano in meccanismi agevolativi automatici, sulla base di criteri di accesso semplici e chiari, che riducano al minimo l’attività di intermediazione delle amministrazioni pubbliche e,conseguentemente, le scelte discrezionali nell’individuazione dei soggetti destinatari dei benefici, anche attraverso la previsione di misure fiscali mirate e temporanee;
c) a promuovere efficacemente l’occupazione femminile impiegando per questo obiettivo una parte cospicua delle risorse disponibili e valutando in sede di progettazione e monitoraggio l'impatto di genere di tutti i progetti.
Secondo la Banca d'Italia, se l'occupazione femminile arrivasse al 60 per cento aumenterebbe il Pil di 7 punti percentuali.
I settori nei quali le politiche di parità saranno più efficaci sono quelli della salute, dell'istruzione e del lavoro femminile e la partecipazione delle donne al mercato del lavoro è direttamente proporzionale alla crescita del PIL e alla coesione sociale del Paese.
Ma come saranno usati i fondi e le indicazioni contenute nel Next Generation EU e quindi come saranno rese concrete le politiche per l'occupazione femminile nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ? Al centro ci sono le persone, l'ambiente e le comunità.
Solo la sostenibilità ambientale, sociale ed economica potrà supportare la ripresa per elaborare una strategia comune di comportamenti e azioni strettamente interconnesse, il privato con il pubblico e gli individui con le comunità e la sostenibilità potrà così entrare pienamente a far parte delle nostre vite e creare valore.
Le imprese dovranno essere sempre più fortemente radicate sul territorio in cui operano e sempre più consce del valore economico e del benessere che generano per riscoprire il proprio ruolo di servizio essenziale alla Comunità mettendo in campo quindi un'economia consapevole. Nei Bilanci di Sostenibilità le imprese dovranno imparare a raccontare le performance aziendali, gli obiettivi sociali ed ambientali e soprattutto a stringere un Patto con tutti gli stakeholder e in particolare con le persone con cui si entra in rapporto quotidianamente: consumatori, collaboratori,clienti e fornitori.
Le trasformazioni sono già in atto ma molto dipenderà da come il legislatore saprà comprendere e guidare i cambiamenti che verranno ed elaborare un piano di modernizzazione del Paese con azioni strettamente interconnesse tra il privato e il pubblico finalizzato a valorizzare una economia del territorio, il #madeinitaly.
Dalla situazione che stiamo vivendo possono nascere opportunità per l'innovazione del sistema imprenditoriale e il rilancio dell'economia del nostro Paese. Creare lavoro è la strada migliore per generare nuova fiducia, soprattutto per le nuove generazioni.
I giovani, la scuola, la responsabilità
Con un videomessaggio di ringraziamento, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha inaugurato ieri ‘Verso Fiera Didacta 2021’,“Anticipo che il Ministero impiegherà le risorse del recovery fund per un importante intervento nell’edilizia scolastica”.
Anche noi lo auspichiamo.
Crediamo che i nostri figli e le nostre figlie abbiano agito consapevolmente durante il lockdown con la partecipazione attiva alla DAD e che la scuola tutta abbia dimostrato consapevolezza, rigore, amore per i processi educativi.
Non crediamo che si debba far ricadere sui giovani l’aumento del contagio: forse occorreva più oculatezza, da parte del Governo,durante l’estate per evitare di riaprire le discoteche e favorire spostamenti massicci di turismo anche in altri Paesi come la Spagna o la Grecia.
Abbiamo molto creduto nel lavoro che come Forum Nazionale di Turismo sostenibile abbiamo avviato per promuovere le Vacanze italiane, i cammini e la fruizione turistica di una bellissima Italia minore.
Anche in questi giorni si butta addosso alla scuola la responsabilità per l’incremento vertiginoso della curva dei contagi ma pensiamo sia doveroso da parte della Ministra dei Trasporti riflettere su cosa è mancato in un piano dei Trasporti che lei stessa avrebbe dovuto concordare con le Regioni e le Città.
Siamo in una fase di grande incertezza e in costante evoluzione. Abbiamo dovuto adattarci ad un nuovo ritmo di vita e a norme di comportamento faticose ma necessarie per preservare la salute di tutti/e.
“Mi sorprende che nel nuovo DPCM non ci siano valutazioni sull’impatto della riapertura delle scuole”, così Andrea Crisanti pone alcuni interrogativi sul nuovo provvedimento del governo italiano in materia di contenimento del contagio.
“L’impatto lo vedremo tra 2-3 settimane, – dice Crisanti – la curva aumenterà nei prossimi giorni. Immagino che tra 2 settimane avremo un numero di casi più elevato rispetto ad ora. Francia, Spagna e Inghilterra hanno curve parallele, vale a dire hanno la stessa dinamica. Se l’Italia prende la stessa inclinazione, si potrà capire dove saremo tra 2 settimane” ha aggiunto Crisanti, ricordando che sui tamponi “noi ne facciamo 130mila al giorno ma un terzo serve alla sorveglianza del personale sanitario e un terzo alle persone infette. La sorveglianza attiva si riduce a 40mila tamponi ma ne servirebbero 100mila. Ogni giorno abbiamo 5mila persone positive in più e diminuisce la quota per i tamponi di sorveglianza”.
Questa che racconta il Prof. Crisanti è la questione vera: abbiamo speso milioni di euro in banchi speciali, sedie ma era necessario?Non abbiamo investito altrettanto in tamponi e ci ritroviamo ad essere gli ultimi in Europa per numero di tamponi giornalieri.
No sarà necessario un rimpasto nella composizione del Comitato Scientifico e un cambio della guardia ai vertici di chi sta gestendo la spesa della “ricostruzione”?