DUE DONNE, UN SOLO IMPEGNO
GiULiA piange Tania Passa
Il sorriso. La vitalità contagiosa. La gioventù. L’impegno. La scomparsa di Tania Passa è un grande dolore per tutte noi. La ricordiamo con uno dei suoi ultimi articoli.
tania, tra le promotrici di GiUliA, che non ha mollato mai davanti alla malattia, e che solo nelle settimane scorse aveva annunciato la sua soddisfazione per la laurea conseguita – sulla soglia dei 40 anni – in sociologia, ci ha lasciate.
Una notizia che ci ha lasciate annichilite e addolorate.
La ricordiamo ripubblicando l’ultimo articolo che aveva scritto per l’associazione Articolo21, di cui è stata una delle principali animatrici. Un articolo sul femminicidio.
Ciao, Tania
Non c’è dibattito sul femminicidio e non ci può essere con chi lo nega , ci sono valori come essere contro il razzismo, contro la pedofilia, essere contro il nazismo e il fascismo, essere contro il femminicidio che in questa nazione sono fondamentali.
Non c’è nessuna pluralità di opinione che possa giustificare il sacrificio di tali valori, soprattutto per il giornalismo. Purtroppo in Italia i valori non vengono prima delle opinioni, questo è il Paese in cui molti giornalisti e direttori egocentrici stanno distruggendo anche l’ultima briciola di civiltà e coscienza per far posto a un cinismo che mette spavento. E’ il caso oggi di Peter Gomez e il sito de il fatto quotidiano che normalmente reclama alti valori costituzionali, purtroppo come diceva Hegel il demonio cova nei dettagli , e stavolta i dettagli sono pesanti.
Sul sito del fatto quotidiano è comparso un post sessista contro il femminicidio che a detta del blogger sarebbe un’invenzione mediatica. Lo stesso sito dove scrivono la Zanardo e altre che provano a difenderle le donne. Come si fa a considerare più opinioni sui valori? E’ come se uno mettesse un post di Messina denaro e poi di Borsellino. Non è pluralità, ma rendere opinabile la mafia. "Salga a bordo cazzo direttore!"
In Italia si paga con la vita il cinismo degli uomini . Non ha tremato il direttore davanti a quelle righe infamanti, non ha sentito neanche un rigurgito di giustizia pubblicando quel post. Ho bisogno di indignarmi ancora contro il cinismo maschilista che con leggerezza considera lecito avallare l’odio sessista , non lo si può scambiare per opinione .
Caro direttore purtroppo il mondo non lo cambia un’opinione , ma il buon esempio e lei oggi non lo ha cambiato, anzi lo ha peggiorato. Oggi con la sua azione ci ha comunicato che si può avere un dibattito sulla piaga sociale del femminicidio fino a negarlo. Deve sapere che io so , so tutto, non ho le prove ma so chi sono i mandanti morali di tutti quegli omicidi: sono i tanti misogini come lei che messi nei posti di potere dell’informazione italiana possono influire sull’informazione del Paese, formare valori e disvalori fino a rendere opinabile e leggero ammazzare una donna.
Provo vergogna per tutti voi per colpe che non potrete vedere mai a causa di una mediocrità sessista.
Io però so tutto non ho le prove, ma lo so e voglio urlarlo a nome di Carmela e le altre 99 che in 10 mesi sono state già ammazzate.
(Tania Passa)
Addio a Fausta Deshormes La Valle: giornalista, direttrice onoraria di "Femmes d’Europe", Premio Minerva, una vita per i diritti delle donne.
Il ricordo di Marisa Rodano
Fausta ci ha immaturamente lasciate. È per tutte noi un grande dolore e una grave perdita. Ci ha lasciate con un messaggio di serenità e di speranza scrivendo parole semplici e ad un tempo splendide: "Cari amici, vi saluto, la vita è stata bella".
Amica carissima e sempre in trincea per le giuste cause. La ricordiamo assidua alle riunioni a casa di Daniela Carlà di Noi Rete Donne e poi a quelle dell’"Accordo per la democrazia paritaria"; ne rammentiamo, ancora negli ultimi mesi, fino alla fine, il puntuale impegno contro le discriminazioni a danno delle donne, contro le ingiustizie e le volgarità dei nostri tempi.
Si consenta a me però di ricordare anche la sua passata, preziosa attività nella Commissione Europea a Bruxelles, all’Ufficio di informazione per le donne.
Fausta Deshormes operava all’interno della Commissione Europea, che, come è noto, era titolare dell’iniziativa legislativa, per promuovere la informazione sulla emanazione di direttive e raccomandazioni sui problemi femminili, sulla loro approvazione da parte del Parlamento e dal Consiglio dei Ministri, sulla loro applicazione nei diversi paesi membri. A tal fine ha curato per anni una preziosa rivista, "Donne d’Europa", che informava su tutte le direttive, le raccomandazioni europee in materia di parità e di diritti delle donne, e sulle più importanti notizie in merito nei singoli paesi.
Le Commissioni per le donne che si sono succedute nel Parlamento europeo dal 1979 in poi (La commissione per i diritti delle donne, presieduta da Yvette Roudy, la Commissione di inchiesta sulla condizione delle donne in Europa) non avrebbero potuto né nascere né lavorare senza il suo stimolo e il suo contributo, né si sarebbe riuscite ad istituire nel Parlamento Europeo la Commissione permanente per i diritti delle donne. Fausta aveva instaurato un rapporto di stretta collaborazione con le parlamentari europee, non solo informava, ma ci sosteneva e ci spronava.
Fausta non si limitò solo al suo lavoro istituzionale: fu lei a promuovere una rete di comunicazione tra le associazioni e i movimenti femminili nei paesi membri e a dar vita a una Lobby europea delle donne.
Le donne italiane devono sapere quanto il lavoro di Fausta abbia contato per il successo delle loro lotte per la parità, per le loro conquiste, per adeguare anche la legislazione del nostro paese.
Mi si consenta, infine, di ricordare la sua cortesia, la ospitalità della sua casa a Bruxelles, la sua irresistibile simpatia.
Addio Fausta! Ci mancherai, ma il tuo esempio di coerenza, tenacia e costanza nel perseguire ciò che ritenevi giusto ci sarà di sprone a continuare le nostre battaglie.