Il presidente della Sierra Leone Julius Maada Bio ha promulgato la legge che vieta i matrimoni precoci nel Paese, dove centinaia di migliaia di ragazze continuano ad essere date in sposa prima di compiere 18 anni. Lo riportano i giornali sierraleonesi. La campagna “Hands Off Our Girls” della First Lady Fatima Bio è stata “determinante”, secondo l’organizzazione Human rights watch, nella difesa contro i matrimoni precoci, una legge che rappresenta una pietra miliare verso l’uguaglianza di genere in Sierra Leone.
A Freetown, per l’occasione diversi gruppi femministi hanno organizzato una cerimonia, per celebrare la legge, cerimonia alla quale ha partecipato lo stesso Bio ed alcune ospiti speciali: le first lady di Capo Verde e della Namibia, invitate dalla signora Fatima Bio, first lady sierraleonese, che hanno assistito alla promulgazione: “La libertà è arrivata per le nostre donne” ha detto il presidente sierraleonese durante la firma. Il Parlamento aveva approvato la legge il mese scorso, arrivando a criminalizzare per la prima volta nella storia del Paese il matrimonio di ragazze al di sotto dei 18 anni, imponendo pene detentive di almeno 15 anni o una multa salata, di oltre 4.000 dollari. La legge vieta inoltre agli uomini di convivere con ragazze minorenni e prevede un pacchetto di risarcimenti per le ragazze che si sposano o rimangono incinte prima di compiere 18 anni. La legge prevede responsabilità per il marito, i genitori o i tutori della sposa e anche per coloro che partecipano al matrimonio.
“Questo è un risultato che definirà la mia amministrazione” ha detto Bio alla cerimonia di Freetown, definendo la legge sierraleonese contro i matrimoni precoci un “faro di speranza in Africa, dove le donne hanno infinite opportunità di esistere, determinare il proprio futuro e ispirare il mondo”. Bio ha esortato i suoi concittadini a “coltivare” l’uguaglianza “eliminando ogni forma di violenza e di vizio di esclusione contro le nostre stesse donne”. Alla cerimonia era presente anche la figlia di Bio, che ha otto anni. Sua moglie è in prima linea in questa battaglia da quando Bio è diventato presidente, sei anni fa, ed ha fortemente voluto che la promulgazione di questa legge fosse un grande evento con eco internazionale, ma anche nazionale. Il problema, infatti, è che da quando il Parlamento ha approvato a legge, questa ha avuto pochissima eco sui media sierraleonesi: “Insieme” ha detto Bio “vogliamo costruire una Sierra Leone emancipata in cui alle donne venga data una piattaforma equa per raggiungere il loro pieno potenziale. Ho sempre creduto che il futuro della Sierra Leone sia femminile”.
Il presidente della Sierra Leone, Julius Maada Bio
La campagna “Hands Off Our Girls” della First Lady Fatima Bio è stata “determinante”, secondo l’organizzazione Human rights watch, nella difesa contro i matrimoni precoci, una legge che rappresenta una pietra miliare verso l’uguaglianza di genere in Sierra Leone.
La Sierra Leone è una società patriarcale ed è considerato accettabile che un padre conceda in matrimonio la propria figlia minorenne, la cui volontà non viene presa in considerazione. Per questo l’organizzazione Save the Children, in un comunicato ufficiale, parla di “legge storica” per la Sierra Leone: secondo Unicef, nel Paese nel 2017 c’erano 800.000 mogli di età inferiore ai 18 anni, di cui 400.000 di età inferiore addirittura ai 15 anni. Sempre secondo Unicef, nel 2017 il 30% delle ragazze si è sposata prima del compimento dei 18 anni, in calo rispetto al 37% di 25 anni prima, e il 9% addirittura prima dei 15 anni: il tasso di matrimoni precoci, nel corso dei decenni, è andato diminuendo ma troppo lentamente e quello dei matrimoni precoci resta un problema sociale nel Paese africano. Secondo il direttore di Save the Children, Patrick Analo, le spose bambine soffrono di svantaggi per tutta la vita, tra cui l’esclusione da future opportunità educative ed economiche: inoltre, i matrimoni precoci alimentano l’alto tasso di gravidanze adolescenziali in Sierra Leone dove, tragicamente, le complicazioni della gravidanza sono la principale causa di morte per le ragazze di età compresa tra i 15 e i 19 anni.