Siamo sorelle: dialogo con Claudia Azzola

da | Giu 13, 2016 | Interviste e sviste

 

Claudia Azzola è poetessa, traduttrice e ideatrice curatrice della rivista internazionale Traduzionetradizione 

La sorellanza è un sentimento universale che unisce la donne in un unico sentire anche se non si conoscono personalmente… cosa ne pensi? L'hai sperimentata? Come l'hai vissuta?

L'ho vissuta a seconda delle epoche della vita. Per esempio, ora con molte poetesse, con alcune in particolare, sono molto legata anche se non ci frequentiamo, ci seguiamo senza vederci spesso. Sono quelle della mia generazione. Le più consce della poesia, perché ora riscontro una certa improvvisazione…evidentemente faccio prevalere un senso di stima e non di amicizia tout court.

La sorellanza però non è l'amicizia anche se in certi casi ci sono rapporti più stretti; la sorellanza dovrebbe farci collaborare anche per la conquista dei diritti.

Sì, in questo caso direi che è una via di mezzo tra sorellanza ed amicizia. Quando ci si vede è come se non ci si fosse mai perse di vista, ma non accade con tutte. Forse sono io che ho un approccio selettivo. Ci sono persone che mi lasciano indifferente, che siano donne o uomini. Direi che non ho una sorellanza a priori. Anche perché al di là del marito o del compagno, ho avuto amici uomini che erano davvero amici.

Qual è il segreto per un amicizia con i maschi? Visto che molte non riescono.

Il segreto era l'affinità elettiva che non prevedeva altro, non c’era attrazione. Può essere capitato all’inizio una scintilla, ma poi si è trasformata in amicizia.

Tornando alla sorellanza che hai vissuto in ambito culturale, ti chiedo se l'hai vissuta anche ambito privato.

I due ambiti si fondono, infatti negli ultimi anni vado una volta all'anno nel Regno Unito per motivi famigliari, di amicizia ma anche per la poesia: il mio universo si è molto uniformato.

Se ti poni come osservatrice: viste dal di fuori, le donne le vedi unite e solidali?

Non le vedo particolarmente solidali, va un po' da caso a caso. Per mentalità e per indole non riesco a crearmi una gabbia prima, devo andar dentro alle situazioni o all'idea. Quindi non sono femminista, animalista nel senso comune del termine. Devo indagare e poi decidere. Anche se ho un'idea politica, una morale, una visione del mondo.

Non segui pedissequamente un'idea. Per concluderete: cosa puoi dire alle donne per riuscire a vivere un progetto comune, per affermare la vera parità di diritti con gli uomini? Quale strumento possono adottare?

La poesia.

Potevo aspettarmelo da una poetessa!

La poesia è stata utile per il mio cammino di individuo.

In che modo?

Mi sono molto rafforzata, la poesia è dentro di me con un flusso continuo. È ciò che definisco il poema incessante, è un pensiero che ha un seguito che investe la storia dell'umanità. Nelle mio poetare c’è anche una dimensione legata all’umanità e alle sue difficoltà.

Credo che le donne leggendo le tue poesie potranno trovare questa forza.

Maria Giovanna Farina ©Riproduzione riservata