Se ti uccidono te la sei cercata

da | Gen 11, 2017 | L'opinione

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Nella civilissima Italia del 2017 può succedere che se non vuoi stare più con il tuo fidanzatocompagnomarito e lo lasci, lui bussi alla tua porta, ti cosparga di benzina e ti dia fuoco. L’elenco delle donne vittime di atti del genere è davvero lungo. Mi vengono in mente la povera Sara, data alle fiamme per strada con le macchine che le passavano accanto; o la piccola Fabiana, accoltellata e bruciata viva. A Messina, domenica mattina, un uomo ha tentato di inserire un nuovo nome alla lunga lista di femminicidi, quello di Ylenia. Il modus operandi è simile a quelli poc’anzi descritti. Ylenia fortunatamente ce l’ha fatta, la polizia ha arrestato il suo fidanzato ma lei, nonostante le prove, lo proclama innocente.

Preferisco non sbilanciarmi su questa vicenda, almeno fin quando non si sappia con certezza chi sia il colpevole di un gesto così tanto ignobile quanto crudele. Voglio però parlare di un commento alla vicenda che in tanti ci avete segnalato: LEGGI…

Le parole di questo ragazzo, oltre a far emergere ignoranza e odio, sono un pugno in pieno viso a tutti quelli che hanno perso una persona cara a causa di un femminicidio. Un commento che, tralasciando il pessimo italiano, fa davvero perdere la fiducia nell’umanità. E’ possibile che nel 2017 un ragazzo, non un troglodita, possa scrivere una boiata simile? Condividerla su Facebook con i suoi amici come se avesse detto: “oggi è una bella giornata di sole”? Le sue sono parole pesanti come macigni e derivano da una cultura maschilista e patriarcale; una cultura che odia le donne e le considera come un qualcosa da possedere, prive di un’identità se non quella del possesso: lei è la donna di…; una cultura che ci fa toccare con mano la mentalità di chi, fino al 1981, uccideva per onore.

Uno schiaffo, uno stupro, un femminicidio, una gogna pubblica su fb sono leciti, secondo il tizio, se la donna non ha portato rispetto. Un rispetto che viene violato nel momento in cui si esce con le amiche, si va a fare un aperitivo, non sta con il proprio compagno. Insomma, cose che nella vita di tutti i giorni rappresentano la normalità di un qualunque essere umano libero. Sembra che la donna, quando si fidanza, perda ogni diritto diventando oggetto di proprietà, costretta ad abbassare la testa, obbedire ed essere fedele nei secoli dei secoli altrimenti fa diventare l’uomo una bestia e, a quel punto, se l’è cercata! Diventa, quindi, lecito reagire, applicare la legge del taglione, ristabilire l’ordine delle cose facendo vedere chi comanda: tu mi hai lasciato? Io ti brucio viva.

Il tizio elenca i motivi che portano a dimenticare di essere persone dotate di raziocinio, giustifica un atto crudele e disumano e conclude con un: “siate serie, così nessuno arriva a fare cose terribili.” Dimentica però, che le cose terribili sono frutto di una scelta, non un raptus, non un momento…. L’uomo che stupra, uccide o picchia una donna sceglie di farlo e non ci sono giustificazioni a riguardo. La colpa, caro tizio, non è nostra, non è delle donne! E’ di chi sceglie di compiere un gesto di crudeltà. Non esiste mancanza di rispetto che tenga. Si potrebbe tranquillamente accettare un rifiuto e proseguire per la propria strada cercando di rifarsi una vita anziché stroncarne una. Ma tutte queste cose sembrano essere diventate assurde se consideriamo le vicende di cronaca nera che si susseguono tristemente.

Ancora una volta possiamo gridare a gran voce che abbiamo bisogno del femminismo; e ne avremo bisogno fin quando continueranno ad esistere commenti come quello su riportato.

Bambole spettinate& Diavole del focolare