Pochi giorni fa, la Regione Sardegna ha indetto un lutto regionale per la scomparsa, a 88 anni, dell’ Aga Khan IV, guida religiosa della comunità musulmana ismailita nel mondo dall’età di 20 anni per via ereditaria, uomo d’affari, benefattore e “filantropo”.
Per capire meglio le motivazioni che hanno spinto la Regione a ricordarlo con tanto onore bisogna ricordare quando, nel 1962, il giovane Khan arrivò sulla costa Nord della Regione investendo grossi capitali per realizzare il progetto Costa Smeralda, uno dei nostri gioielli turistici più rinomati e invidiati nel mondo.
Lungimirante imprenditore che non rese accessibili solo mare e natura in quell’area ma che creò anche le infrastrutture necessarie al suo sviluppo turistico: il porto di Olbia, la compagnia aerea Alisarda, alberghi di lusso. Con un conseguente sviluppo a tappeto di tutte le aree costiere nonché d’ interesse per i siti interni.
Ma come era la Sardegna prima che divenisse Smeralda?
Dal continente si arrivava in nave dopo un lunghissimo viaggio. Il porto della piccola cittadina di Olbia non era certo attrezzato ad affrontare masse di turisti come oggi e l’accoglienza per di più gravitava su stanze affittate da privati.
Bastava però percorrere pochi chilometri, in una direzione o in un’altra, per ritrovarsi persi nel verde e nel blu di quel mare, trattenuto dalle sue insenature, ombreggiato da ciuffi di verse aspro e selvaggio.
Ora qua, ora là affioravano i mattoni che avrebbero costruito il famoso albergo Cala di Volpe, centro futuro di mondanità, incrocio di ricchezza e i successivi Porto Cervo e Porto Rotondo, accoglienti piccoli porti per grandi yacht, motoscafi potenti e imbarcazioni da diporto.
Mentre contemporaneamente spuntavano ristoranti e locali a colorare quei luoghi non solo di smeraldo.
La Sardegna non era però solo quello.
Essa restava uno dei luoghi più inaccessibili al suo interno dove era nato il banditismo, nelle zone aspre della Barbagia e della Gallura, coperto dal silenzio di una popolazione rimasta indifferente a quello che accadeva sulle coste. Un fenomeno cresciuto attraverso rapimenti a danno dei ricchi vacanzieri. I casi del giovane Farouk Kassam, del cantante Fabrizio De André e della moglie, Silvia Melis sono solo alcuni tra i più famosi.
Ciononostante una volta arrivati in Sardegna, non si poteva fare a meno di tornarci, perché inutile andare alle Maldive quando si ha di meglio in casa.
Ed è per questo che oggi non si trovano più i gigli selvatici nella sabbia, le tartarughine a fior d’ acqua a riva, la sabbia rosa e bianca e un posto per sdraiarsi in libertà.
Tutto è cambiato in Sardegna e non solo in Costa Smeralda: sulla spiaggia di San Teodoro si combatte per un centimetro di spazio e l’isola di Tavolara viene assediata da intrusi.
Ma è il turismo bellezza e questo porta denaro nelle casse della Regione. Come non ricordare con un moto di gratitudine Karim Ali Khan, il Principe della Costa Smeralda?