L’identità è quel insieme di caratteristiche che caratterizzano una persona e la distinguono da tutte le altre, tali peculiarità determinano l’unicità dell’individuo. Anche se l’identità non è solo questo, questa piccola premessa è utile per introdurre un argomento molto più complesso che a volte conduce a qualche fraintendimento e confusione circa la possibilità di rimanere imprigionati dalle categorie sociali. L’incomprensione e il fraintendimento, a mio avviso, nascono dal diverso uso che due interlocutori fanno del medesimo termine.
Che cos’è l’identità di genere? Sarebbe troppo banale rispondere che si tratta solo del sesso di appartenenza, essa è il frutto dell’esperienza e della costruzione sociale che è stata fatta intorno a quella precisa identità. Una donna è tale non solo perché è nata con quei determinati organi sessuali, ma in virtù dei suoi requisiti sessuali ha ricoperto un certo ruolo nella società che ha influenzato la sua forma mentis rendendola diversa dal maschio.
Che cosa è l’identità sessuale? E’ l’orientamento sessuale di appartenenza che può essere eterosessuale, omosessuale o (raramente) bisessuale, ma non è solo questo. Anche l’identità sessuale è frutto di un percorso di crescita e di maturazione che culmina con l’identità sessuale adulta.
Il condizionamento culturale pesa su entrambe le identità relegando maschi e femmine in precisi ruoli sociali e sessuali. Attualmente questo condizionamento è meno pressante, assistiamo infatti negli ultimi anni a frequenti scambi di ruolo tra uomini e donne. Gli scambi di ruolo sociale non hanno nulla a che vedere con gli scambi di ruolo sessuale e sono due territori separati; se un maschio si occupa di faccende che per tradizione sono femminili non significa che la sua identità sessuale sia a rischio di flessibilità. Lo scambio di ruolo sociale non annulla le differenze, forse ne crea di nuove, e favorendo l’immedesimazione nell’altro/a permette di entrare in un contatto più proficuo con il nostro interlocutore. Ciò che più conta è non confondere lo scambio di ruolo sessuale con l’incertezza circa le proprie preferenze sessuali. Nell’età adulta l’identità sessuale dovrebbe aver raggiunto una maturazione, in caso contrario si rende necessario di consapevolezza.
Esistono componenti psichiche, maschile e femminile, presenti in ognuno di noi. Esse non vanno confuse con l’identità sessuale perché non la determinano e non la mettono a rischio di omologazione. Se un maschio ha una componente femminile molto sviluppata è omologato ad una femmina? Assolutamente no, questo è un pregiudizio e molto probabilmente anche la causa del fraintendimento. Al contrario è un maschio che, pur mantenendo saldo il proprio orientamento sessuale, è più sensibile a certe problematiche come la prevaricazione e l’ingiustizia e magari meno interessato a sport come il rugby. E’ un maschio che fortunatamente ha abbandonato certe assurde convinzioni come quella di non dover piangere. Tutto ciò non crea omologazione, ma solo meno rigidità di ruoli permettendo a maschi e femmine di vivere rapporti più armonici nonostante le loro importanti, e da me più volte ribadite, differenze. Questi non sono scambi di ruolo sessuale, sono l’ammorbidimento dei rigidi ruoli fissi che la cultura ha imposto a uomini e donne impedendo loro una libera espressione di sentimenti, passioni e aspirazioni.
Maria Giovanna Farina Maria Giovanna Farina ©Riproduzione riservata