A volte mi viene da pensare che tutti i padroni di cani siano, tanto per usare un eufemismo, un po’ particolari, nel senso meno favorevole dell’accezione: hanno un modo di vedere le cose in modo unilaterale, esclusivamente dal loro unico punto di vista. Tutto ciò che fanno sia loro che i loro cani è giusto mentre il comportamento degli altri è sbagliato. A questo punto però, poiché anch’io ho sempre posseduto cani e ne posseggo uno anche attualmente, per forza di cose dovrei includermi nella suddetta categoria ma, francamente non sono del parere di appartenervi. Che dire allora?
La questione inizia a farsi scabrosa e non se ne esce neppure con un semplice sillogismo poiché se tutti i padroni di cani sono particolari, io ho un cane, di conseguenza anch’io sono particolare. Non si scappa! Quindi per prima cosa emerge che non bisogna mai (anche questa parolina “mai” dovrebbe essere soggetta ad emendamenti) essere manichei e togliere dal vocabolario parlato la parola “sempre” e “mai” almeno con valore temporale poiché solo in rari casi hanno ragione di essere.
Sia “sempre” che il suo antagonista “mai” indicano un’assolutezza che mal si concilia con la realtà. Allora sarebbe sufficiente anteporre a “sempre” e a “mai” e a tutti quei termini assoluti come “tutto” e “niente” un’altra parolina che salverebbe capra e cavoli. La parolina? “Quasi”. In questo modo verrebbe che quasi tutti i padroni di cani siano… che quasi tutto ciò che fanno sia loro che i loro cani sia giusto etc.
Quando si dice basta la parola!
Mnemosine di Max Bonfanti ©Riproduzione riservata