Parità di genere nei Cda: almeno il 40% di donne ai vertici nelle grandi aziende Ue

da | Giu 10, 2022 | Europa

“Questo è un grande giorno per le donne in Europa. É anche un grande giorno per le aziende. Perché maggior diversità significa maggior crescita, e maggior innovazione.” Ha dichiarato Ursula von der Leyen suTwitter

Finalmente arriva dall’ Europa l’accordo sulla proposta della Commissione Europea “Women On Boards”: nuove regole per garantire uguaglianza e diversità all’interno della aziende.

I legislatori dell’Ue hanno trovato un accordo martedì 7 giugno sulla proposta della Commissione europea di garantire che le donne occupino almeno il 40% dei posti nei consigli di amministrazione non esecutivi nelle società quotate.

“Dopo dieci anni dalla prima proposta della Commissione, è arrivato il momento di rompere il tetto di cristallo”, ha detto la presidente Ursula von der Leyen. “Ci sono molte donne qualificate per lavori di alto profilo: dovrebbero poterli ottenere”, ha aggiunto.
Secondo le nuove regole, i Paesi dell’Ue devono assicurarsi che le compagnie quotate abbiano almeno il 40% dei posti non esecutivi nei consigli occupati “dal genere sotto rappresentato” entro la fine di giugno 2026.
Per gli Stati membri che introducono quote minime sia nei consigli di amministrazione che in quelli non esecutivi l’obbligo sarà del 33%. Le aziende che non raggiungono l’obiettivo dovranno applicare “criteri trasparenti e neutrali” per risolvere il problema.
Inoltre, per rendere efficaci queste regole, gli Stati membri dovranno fissare un sistema di punizioni per le aziende che non le rispettano.

“Nonostante anni di blocchi, sono orgogliosa di aver spinto gli Stati membri a concordare finalmente su questa pietra miliare per le donne nei Cda”, ha dichiarato l’eurodeputata Lara Wolters, relatrice sulla legge per il Parlamento europeo.
Tra gli Stati membri dell’Ue, una posizione comune sul testo di compromesso era stata raggiunta a marzo, 10 anni dopo che la Commissione aveva presentato per la prima volta la proposta.

La maggior parte degli Stati membri ha accettato il testo, mentre solo la Polonia e la Svezia si erano opposte fermamente alla direttiva, con quest’ultima che si è dichiarata contraria all’introduzione di regolamenti sulla diversità, secondo Hedwige Nuyens, presidente di European Women on Boards (Ewob).

fonte: EUROACTIV