La prima informazione che inevitabilmente diamo al momento di conoscere una persona mentre le stringiamo la mano è il nostro nome e cognome. Ebbene della nostra identità di italiane e italiani fa parte l’avere – salvo poche eccezioni – un unico cognome, quello di nostro padre. La legge italiana, fino al 2016, prevedeva la possibilità di dare alle figlie e ai figli fino a tre nomi ma un solo cognome. O meglio questo non era ciò che la legge italiana prevedeva, bensì ciò che dava per scontato: la legge italiana non prevedeva esplicitamente da nessuna parte che alla nascita dovesse essere imposto alle figlie e ai figli di persone coniugate il solo cognome del padre, lo considerava implicito, ovvio, talmente ovvio da non meritare una previsione di legge. Oggi invece, grazie alle sentenze della corte costituzionale, è prevista alla nascita l’attribuzione del cognome di entrambi i genitori. Quante persone lo sanno? E quante persone sanno quanto è stato difficile arrivare a questo risultato?
La storia del doppio cognome in questo libro si intreccia con tante altre storie, compresa quella dell’autrice, storie di donne e uomini, di figlie e figli, di genitori che hanno lottato per i propri diritti anche quando si sentivano dire che “c’è ben altro a cui pensare”. È una storia appassionante che ci riguarda tutte e tutti, e che ancora non è finita.
«Questo libro è dedicato a tutte le donne e agli uomini che hanno lottato per il loro e per il nostro diritto alla piena identità. Ma è dedicato anche a tutte le donne che hanno rinunciato a trasmettere il proprio cognome ai loro figli e alle loro figlie perché non hanno avuto la forza di opporsi al «è sempre stato così.
Questo libro è dedicato alle bambine e ai bambini, perché crescano in un mondo consapevole delle discriminazioni, anche di quelle che vengono date per scontate, e che per questo si impegnino a cambiarlo.»