La prima reazione, che segue allo stupore, nel vedere girare in luoghi pubblici una ragazza senza abiti sarebbe quella di chiamare qualcuno che se ne prenda cura, la porti al sicuro, capisca se ha disagi ecc.
Invece no.
Se la ragazza nuda (o coperta di veli), con i seni prorompenti, con il pube e il resto esposti come madre natura li ha creati, si accompagna ad un rapper-cantante-omaccione seguito da milioni di follower e di soldi, a parte i fotografi che la immortalano, nessuno dice niente.
La ragazza in questione si chiama, Bianca Censori, e non ha fatto niente, proprio niente, nella sua giovane vita (29 anni) perché sia riconosciuta e riconoscibile se non per il fatto che si accompagna, in versione adamitica, al business-man di nome Kanye West.
Dicono essere anche suo marito ma niente di loro è certo.
La coppia in questione ama essere “trasgressiva-indecente”, farsi fotografare mentre si accinge in atteggiamenti sessuali esplicitati all’interno di una gondola veneziana, sotto gli occhi di tutti in pieno giorno.
In tempi e in luoghi “normali” qualche imbarazzo possono crearlo. Alla morale pubblica? Al rispetto del prossimo? Alla necessaria discrezione delle differenze?
Invece no.
Va bene che “ il corpo è mio e lo gestisco io” ma davvero pensiamo che non ci siano regole?
Davvero gli slogan che piacevano tanto alle femministe del secolo scorso, ispirati a concetti altri ed alti, si addicono a questi comportamenti? Dove inizia e dove finisce la libertà d’imporre, di fatto, atteggiamenti pubblici non condivisi o non condivisibili?
Infine perché parlare di questa ragazza, originaria di Melbourne, vive a Los Angeles, professione (?) designer di gioielli (?) che, prima di queste immagini, era sconosciuta alla gran parte del mondo?
Qualcuno insinua che l’inizio e la “colpa” di questi comportamenti derivino dal marito “trucidone” che la spingerebbe, forse (quasi certo), e le imporrebbe questa metodologia comportamentale.
Il che presupporrebbe, come alcuni insinuano, che ci siano accordi tra i due nella migliore delle ipotesi, o una sottomissione dell’una a regole di obbedienza.
Sarebbe in pratica vittima di un maltrattante-manipolatore, trasformata in schiava e merce mediatica. A salvarlo, per ora, il mutismo di lei. Tace per amore, per interesse, per paura?
Sta di fatto che, nel vedere le sue immagini, si trae un senso di profondo disagio.
Non per il nudo esposto, a cui più o meno siamo abituati dai media, ma per il suo volto senza espressione, senza calore, che non trasmette emozioni. Come se non le appartenesse. Un po’ robotico. Inquietante.
Infine, ammesso che non ce ne importi niente, che sono comunque affari loro, che abbiamo tante e più importanti cose a cui pensare, che il mondo è sommerso da ben altri drammi, penso che le donne, tutte le donne, progressiste, conservatrici, femministe, giovani e vecchie, dovrebbero trovare il modo per dire che anche ciò offende profondamente le storia e il vissuto delle donne.
E a proposito di violenza psicologica, forse anche le donne del Movimento Me Too dovrebbero spendere una parola davanti a queste immagini. Ma non si sono sentite molte voci.