L’eccessiva conflittualità dei coniugi giustifica l’affidamento del figlio ai servizi sociali anche se resta collocato con la madre

da | Mag 22, 2018 | Anno 2018

L’incapacità di ascoltare il minore e di uniformarsi ai suggerimenti del centro di sostegno all’infanzia certifica l’inadeguatezza al ruolo genitoriale

 

 

L'eccessiva conflittualità dei coniugi giustifica l'affidamento del figlio ai servizi sociali anche se resta collocato con la madre. Infatti l'incapacità di ascoltare il minore e di uniformarsi ai suggerimenti del centro di sostegno all'infanzia certifica un'inadeguatezza totale al ruolo genitoriale che non consente di ricorrere a una diversa soluzione.

Lo ha confermato la prima sezione civile della Cassazione con l'ordinanza 12363 del 18 maggio che respinto il ricorso di entrambi i coniugi contro la decisione della Corte d'appello.

Già nel corso del giudizio di primo grado i coniugi hanno litigato ripetutamente e si sono scambiati gravi accuse. Espletata, quindi, un Ctu, il giudice ha respinto le reciproche domande di addebito e affidato il figlio minore della coppia ai servizi sociali. Ha disposto inoltre il collocamento del bambino presso la madre e consentito ai genitori di provvedere al figlio solo per quanto attiene all'ordinaria amministrazione. I giudici, infine, hanno chiesto ai servizi sociali di accompagnare il minore attraverso un percorso psicoterapeutico che richiedeva la collaborazione dei genitori, hanno condannato la donna al risarcimento del danno per aver saltato più volte gli incontri con il terapeuta del figlio e imposto al padre di versare un assegno di mantenimento per il piccolo.

La pronuncia è stata confermata anche in appello dove il collegio ha riscontrato modalità di comportamento dei coniugi sintomatiche di una incompatibilità caratteriale insanabile. I giudici, quindi, hanno confermato l'affidamento del minore ai servizi sociali perché alla luce della Ctu e delle relazioni stese dal centro di sostegno era emersa “l'incomunicabilità delle parti e la loro inadeguatezza genitoriale”, essendo il padre assorbito dalla sua precarietà lavorativa e abitativa mentre la donna aveva mostrato una condotta di continua contrapposizione con il marito volta pure ad annullare il rapporto padre-figlio.