di Elisabetta Righi Iwanejko
Maia Sandu è il nuovo presidente della Moldavia. Il 15 novembre ha vinto il secondo turno delle presidenziali, battendo il presidente uscente Igor Dodon. La sfida tra i due poneva a confronto altrettante diverse visioni della politica, soprattutto per le relazioni internazionali e la politica estera: da un lato la posizione in favore dell’Unione europea di Sandu, che ha ottenuto il 57,25 per cento, dall’altro quella filo-russa di Dodon, che è arrivato al 42,25 per cento e al quale poco effetto ha sortito l’endorsement di Vladimir Putin. Il risultato conferma il consenso nel paese verso la leader del Partito di Azione e Solidarietà, già in testa al primo turno del 1° novembre.
Maia Sandu, un passato da consigliera alla Banca Mondiale, ha già ricoperto importanti cariche politiche, quella di ministro dell’Educazione e, l’anno scorso, quella di premier, prima donna nella storia del paese, a cui da adesso si affianca anche il primato come presidente della Repubblica.
L’elezione di Maia Sandu a capo di Stato conferma come la presenza femminile in posizioni di comando, anche per il ruolo di primo ministro, sia sempre più diffusa, in tutti i continenti. Poche settimane fa, in Nuova Zelanda, alla guida del governo è stata riconfermata Jacinda Ardern, anche per la sua eccellente gestione dell’emergenza Coronavirus. In Europa la cancelliera tedesca Angela Merkel detiene il primato di leader politico donna più longevo del mondo, al potere dal 2005. In Lituania, dopo la vittoria nelle elezioni di inizio novembre, Ingrida SimonytÄ— è in attesa di conferimento dell’incarico a formare il nuovo esecutivo. Nel Kosovo presidente ad interim è Vjosa Osmani. Ed è sempre una donna il più giovane primo ministro del mondo, la finlandese Sanna Marin, mentre un’altra nell’ex repubblica sovietica la Georgia che guarda all’Unione europea ha una presidentessa, Salome Zurabishvili. La Grecia, dal 13 marzo ha per la prima volta nella sua storia un presidente donna. Il Parlamento ellenico ha eletto infatti come capo dello stato Katerina Sakellaropoulou, Presidente Consiglio di Stato.
Gli esempi fin qui descritti a cui potrei aggiungere tanti altri nomi di donne impegnate in ruoli apicali, evidenziano l’incompletezza di un mondo in cui è visibile, il più delle volte, solo il lavoro degli uomini, dimenticando l’immenso bagaglio di capacità, competenze e professionalità di cui le donne sono portatrici, che non si può improvvisare ma che abbiamo a disposizione. Forse è giunto il momento per far sì che le parole pace, giustizia, libertà, possano acquisire quel carattere universale che finora è mancato, cominciando a costruire una società più equa in cui possano trovare spazio i saperi e le competenze di donne e uomini insieme.
Per Sandu una doppia sfida: concludere il percorso di integrazione europea e promuovere la coesistenza con la Transnistria, la repubblica autodichiaratasi indipendente nel 1991, espressione della minoranza moldava di etnia russa, la cui sicurezza è garantita da un contingente militare di Mosca con funzione di peace keeping.