Si parla spesso di lavoro di squadra, di unirsi per un progetto, di collaborare in un team: ma ci si riesce veramente? I litigi, le gelosie, il desiderio di primeggiare che in ogni gruppo sorge è qualcosa che rema contro al famoso progetto comune; tutti noi abbiamo sperimentato fin da bambini le difficoltà di costruire qualcosa insieme.
Chi non ha fatto un castello di sabbia al mare? Proprio la scorsa estate ho osservato sulla battigia un gruppetto di quattro bambini armati di palette, rastrelli e piccozze intenti nella creazione di un castello con tanto di ponte, torrente e torri di controllo: questo era l'obiettivo che si erano dati nei discorsi preliminari. Fingendo di godermi la brezza marina li ho osservati passo dopo passo verso il traguardo, un traguardo che non è mai arrivato.
Un bambino inizia a lamentarsi perché il compagno più vicino non procedeva secondo gli accordi, un altro esordisce affermando che la sua torre era venuta meglio….morale della favola, incapaci di trovare un'intesa, hanno distrutto il loro progetto ancor prima che si compisse. Ed è già tanto che non si siano presi a botte!
Nel gruppo deve esserci un leader, un capo naturale o messo lì apposta per tenere insieme i suoi membri: per realizzare un lavoro di squadra qualcuno deve dirigere. Se lo fa con competenza e democrazia senz'altro verrà alla luce qualcosa di buono.
Un suggerimento, se volete essere vincenti nel lavoro di squadra che può essere anche semplicemente occuparsi dell'abbellimento del proprio condominio per giungere a progetti professionali, create dei gruppi eterogenei a partire dal sesso: femmine e maschi insieme possono fare la differenza, a patto che si mantenga la parità e forse in quel caso non servirà un capo!
Nei gruppi costituiti da donne e uomini si crea più complicità, giusto ingrediente per rendere fertile ogni progetto.
Maria Giovanna Farina