L’altra donna, un’eroina ferita

da | Dic 9, 2024 | Filosofando

 

Ti amo, ma non posso divorziare subito. Ti prometto che lo farò molto presto”. Questa è la frase stereotipata di chi pur essendo sposato ha instaurato una relazione erotica con un’altra donna, e si trova a dover portare avanti due vite parallele per non rinunciare all’amante e neppure alla moglie. Può capitare a tutti di innamorarsi di qualcun altro e non sempre è facile rompere il legame precedente: ciò che qui prendo in esame è l’uomo che per abitudine cerca un diversivo fuori dalla famiglia ufficiale.

Essere l’altra donna è una condizione di vita relegata nell’ombra e se ci si illude che lui lascerà la moglie si è destinate a condurre un’esistenza infelice e frustrante. Lui non divorzierà perché gli fa comodo vivere una relazione extraconiugale senza obblighi, libero di interromperla quando non funzionerà più.

L’altra donna non può pretendere, non ha diritti e neppure far parte della vita sociale di coppia: nel migliore dei casi, per lo sguardo del mondo, sarà un’amica o una collega con cui condividere in segreto momenti di evasione, minuti in cui lui assorbe a grandi sorsi l’amore e la dedizione che lei gli dona.

Ma io ti amo e sto bene solo quando siamo insieme”, lui afferma, ed è questo il motivo per cui ha un’amante. Il menage di una coppia unita dal matrimonio diventa a volte stanca routine e anche il sesso perde gli slanci dei primi tempi, tutto tende ad appiattirsi e una nuova donna dona lo stimolo per eccitanti avventure erotiche. Non si tratta di innamoramento, nel caso lo fosse lui soffrirebbe al punto da fare troppa fatica a rimare con la partner ufficiale: l’amore ci cambia, ci dona una nuova visione del mondo.

Essere l’amante significa trascorrere la domenica, il Natale, la Pasqua e tutte le feste comandate in solitudine o con parenti ed amici, ma mai con lui che deve invece presenziare alle ricorrenze così come richiede il contratto matrimoniale. L’amante, che in realtà sarebbe una posizione bellissima perché il termine significa “colei che ama”, è invece l’altra donna, quella che si strugge nell’ombra e nell’attesa eterna di diventare la partner ufficiale senza mai arrivare ad occupare quel ruolo.

Il destino della povera sventurata non finisce qui, deve sopportare anche il disprezzo: l’amante è diventato un appellativo esecrabile perché ha assunto su di sé il significato di “rovina famiglie”, colei che sottrae tempo e attenzioni alla partner ufficiale e ai figli. Di conseguenza si sentirà schiacciata dalla colpa e sempre più lontana da una vita sentimentale appagante. La sua visione dell’amore di coppia assumerà col tempo una forma deviata: per lei ricevere ciò che crede sia amore, diventerà tollerare e sopportare tutti i lati negativi di un’esistenza in ombra. L’amore è invece un dono della vita e come tale è gratuito e libero dalla schiavitù.

A causa delle false promesse di lui, l’altra donna deve sopportare non solo la clandestinità e il peso della colpa, ma anche gli sguardi giudicanti chi sa e parla male di lei alle spalle. L’altra donna è un’eroina ferita capace di tenere unite tante famiglie grazie al suo sacrificio, ma non avrà mai un riconoscimento per la sua missione e sarà schiacciata sempre più da un amore umiliato da false promesse.

Alcune volte l’altra donna trova il proprio riscatto come è accaduto a Camilla, ora Regina consorte, che è giunta al matrimonio con Carlo d’Inghilterra dopo anni di clandestinità, ma questa è un’eccezione. Nella maggior parte dei casi il matrimonio resta solo un sogno irrealizzabile.