di Linda Laura Sabbadini*
La guerra non appartiene alla storia delle donne”
diceva Virginia Woolf. Non sono loro a decidere
le guerre. Ma ne pagano terribilmente le
conseguenze. Le guerre portano dolori terribili,
carneficine, stupri. Uomini , donne, bambini
calpestati e umiliati nelle loro identità, nei loro corpi
violati. La guerra fa emergere la disumanità, la
cattiveria. Deve essere fermata con tutte le nostre
forze. La guerra acceca gli uomini. La guerra
calpesta tutti i diritti e tutti gli esseri umani. E
scatenata da pochi uomini e passa sopra a tutti,
uomini, donne, bambini, anziani. Oggi più che mai la
guerra in mano a dittatori senza scrupoli, come
Putin, super armati, può portare alla fine del
pianeta. E non può passare il principio che basta
invadere un paese, distruggerlo per annetterselo in
barba al diritto internazionale.
Questa guerra passa sopra la testa dei popoli.
Le donne sono una grande risorsa nel prevenire le
guerre. Con la loro capacità di tessere reti, abbattere
muri e costruire ponti. Sono una grande risorsa per il
dialogo (quanto manca Angela Merkel in questo
momento!). Sono fondamentali per ricostruire dopo
il disastro. Sono cruciali nei processi di integrazione
dei rifugiati, perché ne rappresentano la
maggioranza con i bambini. Sono preziose anche
nella resistenza, in tutti i modi possibili anche
mentre imparano a fare le molotov per difendere il
loro popolo, anche quando combattono in prima
linea per la libertà.
Dobbiamo sostenere le donne ucraine, che
coraggiosamente resistono, e il loro popolo.
Possiamo farlo manifestando in tanti. Accogliendole
e sostenendole nel nostro Paese dove arriveranno
con il dolore di aver lasciato la propria terra, con il
cuore spezzato per essersi allontanate dai propri
cari, con il coraggio di vivere lontane e l'angoscia per
le condizioni di chi resta. Bisogna fare l'impossibile per fermare la barbarie e sostenere il popolo
ucraino. Questa guerra è terribile: libertà,
indipendenza, democrazia devono essere
ripristinati in Ucraina.
Sono tante le donne che si battono per i diritti negati
nel mondo. Pensiamo alle afghane ripiombate nel
Medioevo dopo il ritiro frettoloso degli Stati Uniti e
dell'Occidente. Private di tutti i diritti, senza
istruzione, senza libertà di vivere la propria vita, né
di scegliere il proprio amore, presente e futuro
libero negato.
Pensiamo alle russe incarcerate se manifestano. Che
non poche volte fanno la fine di Anna Politkovskaja,
la giornalista uccisa nel 2006 per aver denunciato le
atrocità in Cecenia. Una grande donna che diceva in
quegli anni: «Con il presidente Putin non riusciremmo.
a dare forma alla nostra democrazia, torneremo solo
al passato. Solo un cambio di leadership potrebbe
consentirmi di sperare». Purtroppo non ha potuto
vederlo, quel cambio. Ma aveva capito bene la
situazione. Non si era fatta intimidire dalle minacce.
Il suo amore per il giornalismo e peri diritti l'ha
accompagnata nella sua azione.
Quando sottolineava: «Bisogna essere disposti a sopportare
molto, per amore della libertà». Anche a perdere la
vita, purtroppo.
La forza delle donne è sempre stata una preziosa
risorsa per la libertà di tutti e perla democrazia. Le
donne sono costruttrici di reti di relazione, di
tessuto sociale. Sono costruttrici di pace. La
democrazia a sua volta è una condizione necessaria
per il raggiungimento della libertà
femminile. Condizione necessaria, ricordiamocelo,
non sufficiente.
*Linda Laura Sabbadini è direttora centrale Istat. Le
opinioni qui espresse sono esclusiva responsabilità
dell'autrice e non impegnano l'Istat
La Repubblica, 09/03/2022