Qualche giorno fa, è morto l’ex ‘first minister’ indipendentista della Scozia Alex Salmond.
Per quanto la notizia sia stata data da tutti i canali d’informazione, vuoi cartacei (i sopravvissuti) che digitali, forse nel leggere questa notizia, più di qualcuno si sarà domandato chi fosse e cosa avesse fatto.
Informandoci, si scopre che già dal 2004 fu a capo dello Scottish National Party, riuscì a portare nella maggioranza il suo partito, venne eletto primo ministro scozzese in carica dal 2007 al 2014 sulla scia della sua vittoria per l’indipendentismo ottenuta attraverso referendum.
Le novità che operò al governo e che lo resero popolare furono sicuramente l’introduzione di riforme popolari che riguardavano l’estensione della gratuità di molte prescrizioni del servizio sanitario nazionale e un azzeramento delle tasse universitarie per gli studenti scozzesi.
Si dimise dopo la sconfitta del successivo referendum.
Poi, leggiamo ancora, che la sua vita è stata molto contraddittoria, come conferma una fonte autorevole quale la BBC:
“E’ stato un uomo e un politico di contraddizioni estreme. E’ stato un giocatore d’azzardo e una personalità divisiva che è diventato un first minister fermo con la missione di dimostrare agli elettori che era in grado di governare per tutti, usando la devolution per dimostrare che non c’era nulla da temere nell’indipendenza. E’ stato anche un comunicatore potente che ha visto sminuire la sua reputazione con accuse a sfondo sessuale, un processo e l’esilio dall’Snp”.
Nello specifico di “avere molestato nove donne quando era primo ministro della Scozia. Era stato accusato per la prima volta nell’agosto del 2018 e le accuse – di molestie sessuali e, in due casi, di tentato stupro – erano poi state formalizzate all’inizio del 2019” , fu assolto nel 2020.
Il cordoglio per il politico è stato unanime.
Però, per vizio di osservazione sulle questioni di genere, anche in questo caso viene da domandarsi perché uomini politici fortemente esposti, in Scozia come in America, in Italia come altrove, rischino di perdere il loro prestigio per accuse a sfondo sessuale così poco onorevoli.
Forse bisogna accettare che siano finiti i tempi in cui si guardava con rispetto, anche con gratitudine, a chi intraprendeva il difficile “mestiere” della politica per rappresentare e battersi per i bisogni e i diritti della popolazione.
La politica, sempre più un “non mestiere”, che ha perso la motivazione ideologica, il fascino della dialettica e della lotta, la scommessa del progetto e della costruzione futura. La nobiltà dell’azione venuta meno.
Coraggio, determinazione, disprezzo del rischio, passione, idee, tutto ciò messo in discussione dal peccato dello stolto Adamo.
Maschi che non osavano, all’improvviso conquistatori azzardati e cinici.
Le contraddizioni che si trovano ad abitare l’uomo politico e l’uomo molestatore vengono consentite dalla forza del potere usata come fascinazione fisica e psicologica. Certamente una responsabilità condivisa con altri soggetti e oggetti ma questa è un’altra storia.
Infine, può davvero un uomo che viva di passione politica mettere tutto a repentaglio per il sesso? Vale la pena offuscare la propria immagine per pochi attimi di piacere edonistico?
E’ per questo che Adamo perse il Paradiso!