La morale di un velo

da | Nov 4, 2024 | Editoriali

Un video, diventato virale sui social,cmostra una ragazza iraniana che si spoglia per protesta contro la polizia dell’università. La studentessa era stata richiamata all’ordine perché non indossava l’Hijab. Nel video la ragazza cammina in reggiseno e mutande nel cortile dell’Islamic Azad University finché non viene arrestata.

In una società occidentale una donna che decida di presentarsi disinvoltamente in mutande e reggiseno, vuoi che sia un bikini o un abito trasparente, ci fa “un baffo”!
In Iran, si può morire.

Per questo le immagini che mostrano una studentessa universitaria che si toglie gli abiti pubblicamente, in segno di protesta contro i richiami all’ordine per non avere indossato il velo (l’Hijab) ci richiamano ancora una volta alla violenza con cui quel regime agisce, attraverso l’impiego di una polizia morale-religiosa, forma amorale di controllo contro ogni forma di dissenso. In particolare quello delle coraggiose donne iraniane.

E il terrore che questo regime infligge alla popolazione si evince con evidenza proprio osservando meglio quel video.
Il luogo è pubblico, un’università. La ragazza sembra invisibile per tutti che proseguono oltre senza neanche guardarla, senza dirle una parola, senza cercare di dissuaderla dall’esporsi,  immersi nel cellulare, nell’ indifferenza collettiva.
Neanche fosse stata un fantasma, fino all’arrivo di un poliziotto che la porta via. Dove?
Le notizie, scarse e imprecise ci dicono che sia stata  incarcerata, condotta  in un reparto psichiatrico, che avrebbe subito un trauma cranico.

E’ difficile non ricordare la morte di Mahsa Amini, la giovane donna iraniana anche lei arrestata e picchiata dalla polizia morale per avere mal indossato il velo.
E’ difficile non pensare a questa studentessa in pericolo.
E’ difficile tacere.
Per questo si deve dare voce a chi è impedito di averne.
Parliamo per lei, come per Mahsa Amini e le tante altre di cui non consociamo il nome ma, forse immaginiamo, il destino.

In qualsiasi modo e in ogni canale disponibile, da donne libere quali siamo testimoniamo per loro.