“La costola di Adamo”, di Sfinge (Eugenia Codronchi Argeli, Fernandel ed.

da | Gen 13, 2025 | Consigli di lettura

Ravenna, anni dieci del Novecento: la giovane Andrea Norbani esercita la professione di medico, ed è una delle figure più in vista del Partito repubblicano. Soggetto eccentrico, lontano dai canoni della femminilità e dai ruoli predefiniti, Andrea si divide fra le cure ai malati e la battaglia politica, che conduce in un mondo esclusivamente maschile, restando fedele ai valori del mazzinianesimo. Le sue certezze vacillano quando si innamora del leader del partito rivale, il socialista Filippo Spada: l’incontro con Spada coincide con la scoperta dell’amore come sentimento universale di liberazione e di fratellanza, che ricuce le fratture, placa gli odi di parte e i conflitti. La relazione fra i due militanti politici si consuma in una Romagna segnata dalla violenza della Settimana rossa, in cui socialisti e repubblicani, anarchici e rivoluzionari si uniscono in una lotta comune contro il bellicismo nazionalista e la repressione esercitata dallo Stato.
La costola di Adamo si può leggere come un romanzo d’amore su uno sfondo storicamente e politicamente definito, ma anche come un romanzo psicologico nel quale la protagonista, dopo una vita trascorsa lontano dai precetti di genere, quasi priva di corpo e carnalità, rientra nei ranghi delle norme coniugali ed eterosessuali.
Scritto da Sfinge, pseudonimo di Eugenia Codronchi Argeli, autrice femminista, figura significativa della cultura romagnola e italiana di inizio secolo, questo romanzo può inserirsi anche nell’attualità a noi più vicina, imponendoci di ragionare sulle categorie del genere e della norma, nonché sui rapporti fra narrazione, vicende storiche e realtà politica.