Nel titolo si può interpretare un ossimoro, ovvero un piccolo contrasto, un’ambiguità di fondo: l’abbinamento della parola: “potere” e “democratico”. Perché il potere non va a braccetto con la democrazia, con l’ideologia che fa sì che un individuo sia un accentratore di prestigio economico.
Kamala Harris non è una come Donald Trump, infatti.
Kamala Harris ha alle spalle quattro anni di duro lavoro come vicepresidente degli USA, basato sul cercare di capire autenticamente la sua gente, possibili elettori che sembrava le “appartenessero”, ai quali si rivolgeva nell’ottica di aver compreso le loro necessità di vita, i bisogni primari di un popolo. Un’attenzione particolare che ha dimostrato durante l’ultimo uragano Milton, che ha devastato una zona della Florida.
La Harris, 60 anni appena compiuti non fa mistero delle sue origini indiane e giamaicane, ha un passato come procuratore, come Hillary Clinton e Michelle Obama. Come loro è brillante nel parlare, ha un’eloquenza decisa ma mai affettata, cioè mai troppo sdolcinata, che arriva al nocciolo delle questioni in forma sintetica, con idee nuove e favorevoli ai problemi sociali.
Ha perso le ultime elezioni per un testa a testa con uno sfidante, come Donald Trump, privo di vera consistenza politica e con la vena dittatoriale dei miliardari, non certo per mancanza di “professionalità”. Una buona intelligenza politica femminile che avrebbe potuto diventare un’ ottima alternativa al dominio maschile/maschilista del suo avversario.
Ma il bello della democrazia è che bisogna attenersi al risultato delle urne!
Bisogna accettare la vittoria di Trump, capitalista che ama i russi, da sempre schierato contro la Nato.
La reazione generale, ho dato una sguardo ai post di Facebook, evidenzia la vergogna, l’incredulità rispetto ad una vittoria priva di logica democratica.
E che rabbia per una femminista, per un’americana, per tutte le donne che credono in una politica “fair” cioè giusta.
In questa logica, con questo spirito, voglio pensare che la forte personalità di Kamala Harris possa emergere nella politica americana in un futuro che mi auguro non sia lontano..