E’ morta Tina Leonzi, storica fondatrice del movimento per le casalinghe.
Il Direttivo nazionale del MOICA, si accomiata dalla sua Presidente con queste parole:
«È con grande dolore che comunichiamo la perdita della nostra amata fondatrice e presidente Santina Gallinari Leonzi. Misurata, determinata e lungimirante ha dato voce e dignità al lavoro invisibile di cura familiare in Italia e nel mondo. Tina continuerà ad essere il faro che seguirà ogni passo del nostro cammino futuro”
Ed è con dolore che oggi mi trovo a scrivere di lei.
Per raccontarla come l’ho conosciuta ormai decenni fa. Erano gli anni ’80.
Quando ero la vicepresidente del “Comitato per le pari opportunità e l’uguaglianza tra lavoratori e lavoratrici”, così era la lunga denominazione istituzionale, più semplicemente il CNPO presso il Ministero del Lavoro, il cui ministro era Gianni De Michelis.
Era il decennio che, raccogliendo quanto scaturito dal femminismo che lo aveva preceduto, cercava di dare sostanza a quelle lotte, a quelle richieste troppo ideologiche e prive di rappresentanza politica.
Erano anche gli anni in cui molti paesi nel mondo si ritrovavano a che fare con una forza, il femminismo appunto, apparentemente ingestibile e l’Europa cominciava a dettare raccomandazioni agli Stati membri con direttive- raccomandazioni da eseguire.
Avvenne anche per l’Italia. Che fu chiamata a dare voce all’istituzione di un organismo nazionale che rendesse possibile l’attuazione della legge di parità per le lavoratrici.
Una discussione, quella che si aprì, che inevitabilmente vide attivarsi ogni forma politica, sindacale, di associazionismo per essere presenti a quei tavoli di confronto e di decisioni. Fu un periodo straordinariamente positivo in cui per la prima volta in Italia si costituivano organismi predisposti a queste azioni presso ogni istituzione, nel mondo del lavoro, pubblico e privato. Mi piace ricordare, oltre la decentralizzazione dei CNPO, la legge sulle azioni positive, per il parti time, per la nomina dei Consiglieri di parità ecc.
Fu da quel tema, il lavoro, che si riaprirono e si affrontarono tutte le questioni inevitabilmente collaterali, maternità, cura, orari ecc. i cui effetti si sono consolidati nel tempo, rafforzati fino a diventare norma. La storia degli anni successivi, fino ad oggi è ancora molto altro.
Dunque fu in occasione della prima riunione del Comitato che conobbi Tina Leonzi.
Fra i moltissimi esperti di materie giuridiche, lavorative, economiche, sindacali, datoriali, politiche e associazionismo, lei rappresentava il Movimento italiano delle casalinghe.
Frutto di una debolezza, di una miopia, di una spocchia molto femminista, che non riteneva quell’associazione facente parte del movimento di lotta e di piazza, prima che il ministro firmasse il decreto d’incarico, fu espresso un certo risentimento verso l’accettazione di quella candidatura.
Come se il faticoso lavoro all’interno di una casa rappresentasse il lusso della casalinghità e della scelta alla maternità. Come se, anche fra le donne, ci fossero divisioni di ruoli e bisogni.
Una diatriba prontamente stroncata, anche perché, per realizzare il progetto, vi era la necessità di trovare il sostegno, la forza, le competenze di tutte e le esclusioni ideologiche furono, per fortuna, accantonate.
E tutte, nessuna esclusa, si riconobbero in quel Comitato dedicandovi impegno, collaborazione leale, offrendo generosamente i propri saperi.
Poi, fu la svolta della conoscenza personale, della riflessione, delle proposte alle quali Tina partecipò sempre con grandissima e illuminata intelligenza, aderendo o proponendo di volta in volta aggiunte o correzioni. Offrendo un’analisi di una parte del mondo femminile ancora misconosciuto.
Una persona squisita, Tina Leonzi. Corretta, seria, incorruttibile, audace.
L’ho stimata allora ed ho continuato a stimarla fino ad oggi. Ci siamo ritrovate qualche anno fa quando volle presentare un mio libro che ripercorreva anche quel periodo. Un ultimo incontro per ricordarlo, per rinnovarci la bontà delle cose fatte e che ci unirono, per rinnovarci amicizia e affetto.
Grazie Tina.