Giulietta, grande artista, “all’anagrafe Giulia Anna Masina, figlia del violinista e professore di musica Gaetano Masina e della maestra Angela Flavia Pasqualini, visse dall’età di quattro anni in poi a Roma presso una zia di origine milanese rimasta vedova. Nel 1942 Giulietta incontra negli studi dell’EIAR Federico Fellini. Già nel luglio 1943 la coppia si presenta ai genitori di lei. Dopo l’8 settembre 1943 la loro unione conosce un’accelerazione: Fellini, invece di rispondere alla chiamata alla leva, convola a nozze con Giulietta il 30 ottobre. ..e Fellini ebbero un figlio, Pier Federico, nato il 22 marzo 1945 e morto appena undici giorni dopo la nascita, il 2 aprile. Una tragedia che segnerà inconsciamente la coppia. Giulietta Masina muore il 23 marzo 1994, all’età di settantaquattro anni, per un tumore ai polmoni (cinque mesi dopo la scomparsa di Fellini avvenuta il 31 ottobre 1993).”
Queste le notizie biografiche che più o meno tutti i canali d’informazione on line danno di lei.
A leggere meglio molto di più.
Un’artista di grande spessore, sensibilità, non certamente una fisicità stereotipata ma uno sguardo intenso, occhi sperduti, un sorriso dolce ma anche triste, ironico. Una capacità interpretativa teatrale e cinematografica ora clawnesca ora triste, ogni personaggio da lei interpretato unico.
Eppure per tutti e per molto, forse per sempre, lei è stata prima di tutto la moglie del grande regista Federico Fellini. Che certo l’avrà amata ma anche molto umiliata.
Si trova scritto: “è insieme al marito che raggiunse la notorietà a livello mondiale con il ruolo di Gelsomina nel film La strada (1954)” eppure lei era attrice già prima d’incontrarlo e lo è rimasta fino all’ultimo. Ha vinto numerosi premi tra cui tre David di Donatello, quattro Nastri d’Argento, un Prix d’interprétation féminine del Festival di Cannes, un Globo d’Oro.
Giulietta, non solo attrice ma anche donna di carattere, intellettuale, forte e rigorosa. Madre, di un figlio poi morto. Moglie.
Ed è forse in questo ultimo ruolo che la Masina, ha investito di più, con passione e sofferenza per quanto mascherata, come solo un attrice di grande calibro può nascondere agli occhi degli altri. La sua unione con Fellini fu infatti costellata da tanti, visibili, tradimenti del grande regista che non ha mai disdegnato le altre donne e lunghe relazioni. Perché e ciononostante, lei rimarrà la donna della sua vita, quella che cucinava i tortellini per lui e lo accompagnava a ritirare l’Oscar, quella che piangeva di felicità per i successi del suo uomo.
Giulietta, migliore interprete nel ruolo di moglie a cui molte donne della società del tempo soccombevano, erano gli anni ‘50/60.
Solo oggi è possibile, forse, rivedere con altri occhi la sua personalità.
Una prova di emancipazione, vivere dentro i valori della sua generazione senza rinunciare agli stimoli culturali, alla ricerca di una nuova forma di comunicazione con gli altri, attraverso l’immagine anche interpretativa, forza e determinazione riuscire a mantenere equilibrio tra vita privata e pubblica. Trasformare il ruolo subordinato al regista in collaborazione attiva e riconoscibile.
Giulietta Masina, l’artista, non immaginetta riduttiva e stereotipata di moglie tradita. Giulietta Masina non vittima ma donna consapevole, in grado di compiere scelte che non mortificassero il suo ingegno e la sua ambizione. Senza mai vivere ruoli secondari.
Una donna che, insieme al marito, appartiene alla storia del nostro cinema e a quella della nostra cultura.
Federico Fellini (Rimini, 20 gennaio 1920 – Roma, 31 ottobre 1993) è stato un regista, sceneggiatore, fumettista e scrittore italiano.
Considerato uno dei maggiori registi della storia del cinema, è stato attivo per quarant’anni, dal 1950 al 1990, realizzando diciannove film in cui ha “ritratto” una piccola folla di personaggi memorabili. Definiva sé stesso “un artigiano che non ha niente da dire, ma sa come dirlo”. Ha lasciato opere ricche di satira e velate di una sottile malinconia, caratterizzate da uno stile onirico e visionario. I titoli dei suoi più celebri film – I vitelloni, La strada, Le notti di Cabiria, La dolce vita, 8½, Giulietta degli spiriti e Amarcord – sono diventati dei topoi citati, in lingua originale, in tutto il mondo.
I suoi film La strada, Le notti di Cabiria, 8½ e Amarcord hanno vinto l’Oscar al miglior film in lingua straniera. Candidato 12 volte al Premio Oscar, gli è stato conferito nel 1993 l’Oscar alla carriera. Ha vinto inoltre due volte il Festival di Mosca (1963 e 1987), la Palma d’oro al Festival di Cannes nel 1960 e il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1985. (dal WEB)
Di Giulietta Masina e di Federico Fellini, il regista e la sua “musa”, si può dire infine che furono colpiti da un forte colpo di fulmine, divenuto poi grande amore, che li tenne uniti per 50 anni, contro ogni avversità.