“Il futuro che vogliamo include le donne”

da | Mag 12, 2019 | Donne e politica

STATI GENERALI DELLE DONNE

Coordinatrice nazionale Isa Maggi
Referente del Patto delle donne per il clima e l’ambiente: Claudia Laricchia

#unpattoperledonne è adesso anche #unpattodelledonneperilclima

“Il futuro che vogliamo include le donne”.
Il futuro che vogliamo è di donne impegnate per il clima e l’ambiente.

Abbiamo tutti la nostra dose di responsabilità: dobbiamo agire.

La battaglia si gioca nel presente, nel quotidiano.

Dalla protesta alla proposta #openFuture #openwomen

Programma

“Women for Climate: the Italian national female Pact for SDGs”

presso Exco2019 – Fiera di Roma, giovedì 16 maggio dalle ore 9,30 alle 11,00

“Women for Climate: the Italian national female Pact for SDGs”
Ore 9.30 – 9.35 Introduzione

Claudia Laricchia, Patto delle Donne per il Clima e per l’Ambiente: “Costruire insieme un futuro sostenibile”
Ore 9.35 – 9:50 Un patto politico per il clima e l’ambiente

Senatrice Assuntela Messina, Segretario Ufficio di Presidenza Commissione Ambiente , Territorio, Beni ambientali, Membro Commissione Straordinaria per la tutela e la promozione dei Diritti Umani

Prof. Ing. Stefania Proietti, Ph. D., Sindaco di Assisi: Il legame tra Assisi e Laudato Si’

Dott.ssa Maria Ludovica Agrò, Stati Generali delle Donne
Ore 9.50 – 10.00 Un patto dell’arte per il clima e l’ambiente

Maria Cristina Finucci, Capo di Stato del Garbage Patch State, architetto e artista di fama mondiale
Ore 10.00 – 10:30 Un patto della scienza e dell’ innovazione per il clima e l’ambiente

Sara Zanni, scientist di U-Earth

Alessandra Lomonaco, Innovation Advisor

Ilaria Vitellio, Associazione Mappina: piattaforma digitale lanciata al Parlamento Europeo il 18 marzo

per mappare le climate actions del progetto della FIDU “Youth Empowerment for Environment”

Luisa Galbiati, fondatrice di “So Lunch”

Marina Baldi, climatologa CNR

Laura Dell’Aquila, Regional Leader del network Lean In Italy e Presidente del Club Toastmasters Roma
Ore 10.30 – 10.50 Un patto dei giovani per il clima e l’ambiente

Valentino Magliaro, Humans to Humans: “la forza dell’incontro per la civic leadership”

Rossella Forlé e Valentina Cianci: “We Hate Pink: Female Empowerment attraverso il digitale

Claudia Carotenuto e Daniele Giustozzi, Controcorrente, il documentario sullo stato delle acque interamente sostenibile

Aran Cosentino, coordinatore nazionale di Fridays for Future
Ore 10.50-11.00 Closing Remarks Stati Generali delle Donne

APPROFONDIMENTI

Premessa

Il Patto delle Donne a livello nazionale e in ambito regionale è un luogo di riflessione e di aggregazione di tutte le associazioni ed organismi ed enti portatori degli interessi e delle istanze delle donne. Come Stati generali delle Donne, da #Expo2015 fino a #Matera2019 portiamo avanti modelli e progetti mettendo al centro il lavoro delle donne e le vocazioni che ogni territorio esprime per costruire pratiche alternative.

Gli Stati Generali delle donne dal 2014 sono interlocutore rappresentativo per le decisioni in materia di politiche di genere, in particolare delle azioni finalizzate a promuovere le azioni e le politiche che creano lavoro per le donne, incentivano la presenza delle donne nei luoghi decisionali della politica e dell’economia, mettono in atto azioni concrete e significative per contrastare la violenza maschile di genere.

Gli Stati Generali delle donne dal 2014 sono presenti in ogni Regione italiana e operano in sinergia con gli attori locali per definire le priorità, attivare azioni positive, valutare l’impatto delle azioni e monitorare i risultati delle azioni positive messe in campo. Oggi, oltre alla disoccupazione femminile e la violenza, nessuna sfida è più urgente per l’umanità, di quella che riguarda il Pianeta, il clima e l’ambiente.

I cambiamenti climatici si traducono, nel sistema storicamente dato, nell'aumento delle oppressioni e diseguaglianze per le quali intere popolazioni sono costrette a spostarsi trovando sofferenza, morte e confini sbarrati. La violenza perpetrata alle donne ha la stessa matrice della violenza perpetrata alla Madre Terra.

Una violenza sistematica, che si fonda in tutti gli ambiti del vivere su logiche di proprietà e sfruttamento del capitalismo e del patriarcato. Si sfrutta la terra per soddisfare la crescente domanda di consumo indotta, riproducendo l'idea che lo sviluppo corrisponda alla crescita economica. Una violenza che rende invisibile le lotte per la difesa delle risorse, per il diritto alla libertà e all'autodeterminazione sui corpi di noi donne e sui nostri territori.

Le donne e le comunità locali sono ovunque in prima fila nella resistenza contro lo sfruttamento delle risorse e il depauperamento con inquinamento delle terre : le attiviste Mapuche e Guaranì in America Latina, le mamme della Terra dei Fuochi a quelle NoPfas ed anche le donne di Crotta d'Adda, tra molte altre, e nella sperimentazione di nuove forme di autodeterminazione e autogestione dei territori, di condivisione del lavoro di cura e di riproduzione, di un modello di vita sostenibile e alternativo al modello ancora imperante.

Cerchiamo di agire ogni giorno, sui territori e nella nostra quotidianità i principi e le azioni previste nel goal 5 dell'Agenda2030 per i diritti delle donne e la parità di genere, che si affianca al goal 13 sul climate change.

Il Patto delle Donne per il Clima e l’Ambiente

Investire nei diritti delle donne e nel diritto umano all’ambiente è l'azione più urgente e intelligente per proteggere la Madre Terra e vedere le generazioni future vivere secondo principi di uguaglianza, in pace e dignità.
Investire nei diritti delle donne e nel diritto umano all’ambiente è l'impegno principale per un mondo più sostenibile, democratico e inclusivo che sia in grado di affrontare le grandi sfide dell'umanità, tutte connesse con quelle ambientali:
– le grandi migrazioni in atto, sono anche dovute al cambiamento climatico (22 milioni di migranti sono migranti climatici ed entro il 2050 diventeranno – secondo l’Organizzazione Mondiale per le Migrazioni – 147 milioni di persone);
– il cambiamento climatico;
– la biodiversità, connessa con l’ambiente e il clima, atteso che l’umanità sta già consumando oltre le risorse disponibili sul Pianeta (v. Overshoot Day);
– la povertà e la ridistribuzione, citando Papa Francesco sono i poveri le prime vittime del cambiamento climatico e sono per altro i meno responsabili dello stesso e tra i più poveri le donne sono sempre di più; 
– il commercio e la globalizzazione, il cibo e la terra, l'acqua e l'energia, le disuguaglianze e le violazioni dei diritti umani, compreso quello all’ambiente, la militarizzazione dei conflitti, la governance economica e finanziaria.

Tutto questo, nel quadro dell’Agenda 2030 e dei 17 Sustainable Development Goals.

Il Patto delle Donne per il Clima e l’Ambiente intende contribuire fattivamente al raggiungimento degli SDGs attraverso un piano non solo di climate actions, ma di abilitazione alle climate actions nelle communities delle donne.
Come per il Patto per le Donne, le iniziative contenute nel Patto dovranno collegarsi sinergicamente alle attività per la ricerca e l’innovazione, che avranno come principale obiettivo quello del potenziamento del sistema di impresa e delle attività produttive delle Regioni.
Nello specifico, la promozione delle innovazioni è finalizzata alla sostenibilità ambientale, con particolare riferimento a quelle legate ai seguenti settori:
1. Agroalimentare
2. Energie rinnovabili
3. Climate Smart Cities
4. Mobilità
5. Turismo
6. Moda.
Una premialità sarà data all’imprenditoria femminile, comprese le startup.
Le protagoniste dell’abilitazione alle climate actions sono le donne che promuovono la potenza moltiplicatrice di tali azioni in tutte le comunità, a prescindere da qualunque elemento clusterizzante.

I fattori di sviluppo, quindi, si concentrano su:
– accelerazione dei fattori di competitività;
– promozione dei drivers abilitanti le climate actions;
– incentivazione dei sistemi e delle filiere produttive anche attraverso lo sviluppo dell’Agenda digitale verso l’ultimo miglio per garantire banda larga ed ultralarga a tutte le imprese finalizzata a mappare climate actions e ad incrementare le connessioni tra le communities per l’implementazione delle stesse.

Tutte le misure previste dovranno avere alla base azioni per:
la semplificazione e la sburocratizzazione a favore dei cittadine/i e delle imprese che siano virtuosi in termini di sostenibilità;
– la predisposizione di incentivi fiscali automatici per gli investimenti e l'occupazione nell’ambito della sostenibilità, attraverso i suddetti settori prevalentemente (ma non esclusivamente), finanziati con i fondi FESR e FSE;
– l'attivazione di strumenti finanziari e di credito a favore delle attività produttive, con premialità per quelle femminili, che siano virtuose sui temi ambientali.

Il Patto delle Donne per il Clima e l’Ambiente lavorerà in sinergia con associazioni, enti, sistema delle imprese, con la Federazione Italiana Diritti Umani, FIDU, Commissione Ambiente e Innovazione attraverso un piano di azione comune.
I contenuti del Patto sono in piena fase di evoluzione e comprendono la necessità di ripensare a nuovi indici da inserire nelle valutazioni politico-economiche nazionali ed internazionali che tengano conto del deficit e del bilancio ambientale e non solo finanziario e che analizzino i costi – benefici degli interventi pubblico e privati, inserendo l’analisi ambientale, gli impatti e le emissioni di gas serra, alla stessa stregua degli indici economici al momento utilizzati. Guardiamo, in tal senso, al lavoro del New Green Deal di Alexandria Ocasio-Cortez.
Ciascuna/o di noi è parte attiva del Patto e lo può diffondere.

Il Piano di Azione del Patto

Il Piano d’azione è incentrato sul progetto politico delle donne per:

– realizzare e far realizzare climate actions;
– far riconoscere il diritto umano all’ambiente sano nell’ambito della normativa internazionale e nazionale.
– implementare nuovi modelli di valutazione ambientale da integrare in quelli economici, ispirati al New Green Deal di Alexandria Ocasio-Cortez.

Tale Piano dovrà quindi ispirarsi a:

– la normativa vigente in materia in ambito regionale, nazionale ed internazionale;
– principi generali in materia di tutela ambientale
– principi acquisiti da organizzazioni internazionali specializzate nel settore (a titolo esemplificativo, ma non esaustivo, si fa riferimento al Climate Reality Project fondato dal premio Nobel Al Gore).

Sono azioni del Piano 3 tipologie di azione specifica:
1. Informazione, comunicazione ed eventi;
2. innovazione e competitività;
3. relazioni istituzionali ed internazionali.

In merito alla prima tipologia :informazione, comunicazione ed eventi le azioni sono

– reportistica e posizionamento del Patto come riferimento per la divulgazione di dati scientifici in materia ambientale, nonché dell’innovazione come leva strategica per la sostenibilità ambientale;
– eventi, workshop, convegni e attività di networking finalizzate anche al consolidamento ovvero alla creazione di una community che abbia come target: opinione pubblica, istituzioni, aziende e startup, attivisti, stampa, scuole; Università e centri di ricerca;
– attività di ufficio stampa;
– campagne digitali;
– attività marketing non convenzionale;
– attività di posizionamento;
– attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica;
– attività di redazione di progetti politici in grado di creare un impatto nel cambiare l’attuale regolamentazione e renderla più attenta ed efficace sulle politiche ambientali.

In merito alla seconda tipologia: innovazione e competitività le azioni sono

– analisi dei contesti internazionali;
– mappatura delle soluzioni e dei progetti significativi in termini di impatto ambientale, in modo da sottolineare la relazione tra tecnologia, come agente di abilitazione all’accesso ad un diritto e diritto stesso;
– realizzazione di attività di matching tra soggetti complementari, che rientrano nell’ecosistema degli SGDs;
– promozione delle innovazioni finalizzate alla sostenibilità ambientale, con particolare riferimento a quelle legate ai 6 settori precedentemente menzionati;
– attività di redazione di progetti politici in grado di adottare modelli di competitività basati non solo su indicatori economico finanziari, ma anche su indicatori ambientali e legati alle emissioni di gas serra.

Nell’ambito della terza tipologia: relazioni istituzionali ed internazionali le azioni sono

– predisposizione di raccomandazioni o risoluzioni da fornire alle Istituzioni nazionali ed internazionali finalizzate anche al recepimento nella relativa normativa in materia di sostenibilità ambientale;
– raccordo con la normativa vigente in materia di ambiente e innovazione, nonché con relative progettazioni in merito;
– gestione delle relazioni istituzionali ed internazionali con un target mappato in via preliminare ed una strategia per ciascun livello locale;
– attività di redazione di progetti politici in grado di adottare modelli di competitività basati non solo su indicatori economico finanziari, ma anche su indicatori ambientali e legati alle emissioni di gas serra.

Infine, si intende proporre una campagna di advocates per conferire a referenti locali sparsi sul territorio nazionale la qualifica di “Women4Climate” e relativa campagna di comunicazione, allo scopo di creare un sistema di ingaggio che conti sull’effetto moltiplicatore derivante dalla responsabilizzazione di alcuni “leader” della community e dell’ecosistema degli SGD. Fondamentale sarà creare raduni annuali o periodici di formazione per acquisire tale qualifica e aderire alle green actions degli SGD.

Un cambiamento quello a cui siamo chiamate/i deve partire, da subito, anche da ciò che mangiamo e dal mondo in cui lo produciamo. Mentre una parte del mondo soffre di malnutrizione nell’altra circa un terzo della produzione totale di cibo viene sprecata, l’agricoltura industriale è responsabile di circa il 21% delle emissioni di gas serra, gli allevamenti intensivi sono tra le maggiori cause di inquinamento da Pm10. Ridurre il consumo di carne, scegliendo solo quella da allevamenti estensivi, può essere un primo contributo. Inoltre occorre prediligere frutta e verdura coltivata con un approccio agroecologico, prediligendo i mercati contadini o quei prodotti che abbiano un’etichetta in grado di raccontare l’origine e la storia del prodotto.

Contatti
Isa Maggi
per il Coordinamento Stati Generali delle Donne isa.maggi.statigeneralidonne@gmail.com mobile +39 366 2554736

Claudia Laricchia
coordinatrice nazionale Patto delle Donne per l’Ambiente e il Clima.
claudiasprint@gmail.com
mobile: +39.333.6285858

Ufficio stampa Maria Santagostino
maria.santagostino@libero.it

Sito degli stati generali :https://statigeneralidonne.wix.com/stati-generali Pagina Facebook: https://www.facebook.com/groups/1427604680829903/ Hashtag : #statigeneralidelledonne
Video di presentazione https://www.youtube.com/watch?v=N5-B7eA31DE