Donne insieme

da | Nov 27, 2024 | L'impertinente

Per me, e immagino per le tante altre amiche che per lavoro osservano la comunicazione sia cartacea che on line, per chi, sempre per lavoro, cerca di essere aggiornata su tutto quello che succede nel mondo, con una particolare attenzione alle notizie che riguardano le donne, in questi giorni è stata assalita da un moto di orgoglio, rispetto, e compiacimento per tutte le manifestazioni e le iniziative che le donne hanno prodotto.

Una si dice: accidenti se ci siamo, accidenti quante siamo!
Allo stesso tempo, almeno per quanto mi riguarda, è arrivato un certo sgomento.

Per capire meglio da chi e come fossero state indette queste giornate a macchia di leopardo su tutto il territorio e su tutto il web. Chi fossero le/i partecipanti e cosa rappresentassero, quali i temi prevalenti in discussione. Se ci fosse uno schema finalizzato.
Poi, si sa, non sono mancate le iniziative  istituzionali per ricordare che ci sono anche loro, non scoraggiarsi.

Parole o sostanza?

Nello specifico, la questione scatenante di  tanta partecipazione appare rendersi necessaria, una sorta di protagonismo mediatico, a rimarcare il 25 novembre Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Insomma  tutti presenti all’appello a celebrare una data simbolica quanto sanguinante di tanti corpi di donne perite per femminicidio da parte di uomini, mariti, compagni, amanti respinti.
E ancora simboliche panchine rosse poste in ogni luogo, scarpe e mani rosse a contrasto con il colore giallo delle pur simboliche mimose dell’ 8 marzo.

Così affermare che l’8 marzo è tutto l’anno, come un’ammonizione contro ogni forma di discriminazione di genere, il 25 novembre ci accompagna nel calendario in ogni stagione e in ogni giorno,  diventando quasi un segno di lutto nazionale.

Le donne, si sa, vivono da sempre in  mezzo alle contraddizioni.
Utili ma sfruttate, belle ma abusate, persone ma corpi, intelligenti ma non troppo, forti ma senza muscoli.

Per ritornare a questo ultimo “sussulto” novembrino, speriamo, ci auguriamo, che le donne che si sono radunate un po’ ovunque per riappropriarsi di piazze, spazi e microfoni per non fare dimenticare che sono stanche (ancora oggi come ieri), non si ritirino per sfinimento nella quotidianità individuale.