Cos’è l’Industria 4.0 e perché è importante che le donne colgano questa opportunità

da | Set 25, 2016 | Donne e lavoro

di Isa Maggi, coordinatrice Stati Generali delle Donne

 

La 4^ rivoluzione è arrivata e ci condurrà verso una produzione industriale e un manifatturiero completamente automatizzato e interconnesso. Il piano presentato ieri a Milano dal Presidente del Consiglio e dal Ministro Calenda si prefigge di sostenere la trasformazione in atto. Era soddisfatto anche il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina: “Abbiamo lanciato a luglio le nostre Linee guida che ora costituiscono parte integrante del progetto Industria 4.0. Vogliamo far crescere le tecnologie di precisione in agricoltura e arrivare al 10% delle superfici coltivate con queste innovazioni entro il 2021. L'agricoltura e l'agroalimentare giocheranno un ruolo da protagonisti per lo sviluppo del modello economico nazionale”.
Secondo un recente rapporto di McKinsey le nuove tecnologie digitali avranno un impatto profondo nell'ambito di quattro direttrici di sviluppo: la prima è relativa all’utilizzo dei dati, la potenza di calcolo e la connettività, e si declina in big data, open data, Internet of Things,machine-to-machine e cloud computing per la centralizzazione delle informazioni e la loro conservazione. La seconda è quella degli “analytics”: una volta raccolti i dati, bisogna ricavarne valore. Oggi solo l’1% dei dati raccolti viene utilizzato dalle imprese, che potrebbero invece ottenere vantaggi a partire dal “machine learning”, dalle macchine cioè che perfezionano la loro resa “imparando” dai dati via via raccolti e analizzati. La terza direttrice di sviluppo è l’interazione tra uomo e macchina, che coinvolge le interfacce “touch”, sempre più diffuse, e la realtà aumentata: per fare un esempio la possibilità di migliorare le proprie prestazioni sul lavoro utilizzando strumenti come i Google Glass. Infine c’è tutto il settore che si occupa del passaggio dal digitale al “reale”, e che comprende la manifattura additiva, la stampa 3D, la robotica, le comunicazioni,le interazioni machine-to-machine e le nuove tecnologie per immagazzinare e utilizzare l’energia in modo mirato.
Gli/le economisti/e stanno cercando di capire come cambierà il mercato del lavoro, quali nuove professionalità saranno necessarie e quali invece presto potrebbero scomparire. Dalla ricerca “The Future of the Jobs” presentata al World Economic Forum è emerso che, nei prossimi 5 anni, fattori tecnologici e demografici influenzeranno profondamente l’evoluzione del lavoro. La tecnologia del cloud e la flessibilizzazione del lavoro stanno già determinando oggi profondi cambiamenti sul mercato del lavoro. L'effetto sarà la creazione di 2 nuovi milioni di posti di lavoro,ma contemporaneamente ne spariranno 7, con un saldo netto negativo di oltre 5 milioni di posti di lavoro.Le perdite si concentreranno nelle aree amministrative e della produzione: rispettivamente 4,8 e 1,6 milioni di posti distrutti. Secondo la ricerca compenseranno parzialmente queste perdite l’area finanziaria, il management, l’informatica e l’ingegneria. Stanno cambiando le competenze richieste: nel 2020 il problem solving rimarrà la soft skill più ricercata, ma diventeranno più importanti il pensiero critico e la creatività.

Poichè lo scenario è in rapida evoluzione, noi donne dovremo attrezzarci per cogliere i vantaggi dello Smart Manufacturing,l'innovazione digitale nei processi dell'industria acquisendo sempre più competenze digitali per quelle che saranno le professioni del futuro.

Ieri a Milano il governo ha presentato un documento intitolato “Industria 4.0, la via italiana per la competitività del manifatturiero”, cioè“Come fare della trasformazione digitale dell’industria una opportunità per la crescita e l’occupazione”. Il Ministro Calenda ha disegnato 8 aree di intervento per promuovere lo sviluppo della quarta rivoluzione industriale:

– rilanciare gli investimenti con particolare attenzione a quelli in ricerca e sviluppo, conoscenza e innovazione;

– favorire la crescita dimensionale delle imprese;

– favorire la nuova imprenditorialità innovativa;

– definire protocolli, standard e criteri di interoperabilità condivisi a livello europeo;

– garantire la sicurezza delle reti ,la cybersecurity e la tutela della privacy;

– assicurare adeguate infrastrutture di rete;

– diffondere le competenze per Industria 4.0;

– canalizzare le risorse finanziare.

Non si è parlato di imprese femminili

Il piano punta a mobilitare nel 2017 investimenti privati aggiuntivi per 10 miliardi,11,3 miliardi di spesa privata in ricerca, sviluppo e innovazione con focus sulle tecnologie dell'Industria 4.0, più 2,6 miliardi di euro per gli investimenti privati early stage.Il provvedimento propone anche importanti incentivi fiscali, il sostegno al venture capital, la diffusione della banda ultra larga, la formazione dalle scuole all’università con lo scopo di favorire e incentivare le imprese ad adeguarsi e aderire pienamente alla quarta rivoluzione industriale.

E le imprese femminili? Crediamo che anche per il Governo questa sia l'ultima opportunità per capire che se aumenta il lavoro delle donne si riequilibra il sistema economico e aumenta il Pil dell'Italia.