Chiara e Francesco

da | Gen 9, 2025 | Lei e Lui

 

Francesco nasce ad Assisi nell’inverno del 1182. Un periodo storico, il Medioevo, che erroneamente viene considerato un periodo cupo ma che invece fu caratterizzato da un forte sviluppo economico che comportò cambiamenti evidenti nella vita sociale e politica. La famiglia d’origine apparteneva al ceto agiato dei commercianti. In questo contesto, gli furono impartiti gli studi necessari per entrare nel mondo ed aspirare a ruoli di prestigio. Oltre alle materie come il latino, il volgare e il provenzale coltivò lo studio musicale.
Questa formazione lo portò a distaccarsi sempre più dal mestiere del padre che aveva in mente un erede a cui destinare le conoscenze del mestiere e il frutto del suo lavoro.
Tra i due lo scontro, si racconta, iniziò proprio in occasione dell’ immagazzinamento della merce, spezie e tessuti, quando un mendicante si accostò loro per chiedere l’ elemosina in  nome di Dio.
Per Francesco questo incontro fu fatale nel valutare la differenza tra chi godeva di ricchezze e chi di povertà e umiliazioni.
Ma ancora di più fu in seguito alla prigionia nella guerra a cui fu costretto a partecipare che uscì provato nel corpo e nello spirito. Fu certamente quest’ultima un’ ulteriore occasione riflessione sul senso della sofferenza, del bene e della carità che compromisero per sempre la sua vita e invase il suo pensiero. Abbandonata la vita spensierata della prima gioventù, Francesco sviluppò un profondo senso di amore e di carità verso gli ultimi, tanto da maturare una profonda conversione religiosa che contrastava con gli agi in cui era cresciuto e con gli stessi interessi paterni con la conseguenza di una profonda e definitiva frattura.
Abbandonò per sempre la casa in cui era nato e cresciuto rinunciando ad ogni bene e ad ogni eredità, per vivere tutti gli anni successivi della sua vita in solitudine, penitenza e povertà. In seguito, attorno a lui, alle sue predicazioni, si raccolsero schiere di giovani discepoli dando vita così al primo Ordine francescano.
La storia di Francesco è lunga e piena di aneddoti ma quello che più conta, nel ricordarlo, è la sua scelta cristiana di vita, d’esempio e di predicazione. Non  contro ciò che si ha ma nella condivisione con chi non ha. Un modo di vivere e di predicare antitetico ad una società fondata sul denaro, una regola di non possedere più del necessario e volta alla cura dei bisognosi e dei malati. La sua testimonianza di predicatore ci è stata trasmessa anche dagli innumerevoli scritti che ha lasciato a testimonianza della sua profonda religiosità e spiritualità. Le Regole ed Esortazioni, Testamenti, Lettere e alcune Preghiere che lo hanno reso una delle grandi figure dell’umanità continuano a parlare ad ogni generazione. Fu canonizzato nel 1228 da papa Gregorio IX.
Il poverello d’Assisi, come verrà ricordato, morì nella notte tra il 3 e il 4 ottobre del 1226.

In quel tempo e in quel luogo, gli stessi di Francesco,  nasce Chiara, Assisi 1193, in una famiglia di ceto aristocratico-nobiliare, appartenente al governo della città. In un’ epoca che pur aspirando al lavoro e alla ricchezza prodotta, celebrava altresì la cultura cavalleresca,  l’amor cortese e riacquistava il rispetto per le donne.
Questi gli ideali in cui cresceva la giovane, molto lontani però da una realtà in cui si contrapponevano classi sociali per il predominio e la conquista di terre e potere da conquistare anche spargendo sangue e schiacciando gli umili e i deboli.
Sicuramente la famiglia di Chiara non aspirava altro che sistemarla in un matrimonio, non importa se di amore o di convenienza, che le garantisse il benessere e la riparasse dai pericoli esterni, non facendo i conti con la tenacia con cui essa seppe opporsi a quest’evenienza grazie ad un carattere forte e volitivo. Sottraendosi alla cultura e al volere familiare rinuncerà a tutti i benefici che ne derivavano, in pegno della propria libertà di azione e di pensiero.
Sicuramente quella era un’epoca in cui erano molto profonde le differenze di ceto e l’avere incontrato Francesco e la sua predicazione fu sicuramente, se non condizionante, influenzante e condivisibile.
Né moglie né monaca di clausura, Chiara seguì l’esempio di Francesco nel vivere in povertà. A lei si accostarono molte altre giovani.
Da Francesco riceverà  il conferimento della “tonsura”, aderendo all’ordine francescano, a conferma della sua volontà di penitenza.  Un ruolo, un’obbedienza, una fedeltà all’ideale francescano come forma di vita e non di passiva esecutrice che la porterà a sfuggire ad ogni richiamo verso una via più istituzionale e gerarchizzante, auspicata dalla Curia romana.  La sua capacità di farsi ascoltare la rese sicuramente una protagonista di quel tempo, una precorritrice di una forte iniziativa femminile nel grande dibattito nel mondo della Chiesa..
Chiara si spegnerà, minata dalle sofferenze del corpo e dalle troppe privazioni, l’11 agosto del 1253 e viene sepolta in San Giorgio, dove poi sorgerà la basilica in suo onore. Due anni dopo, il 25 settembre del 1255, è dichiarata santa da papa Alessandro IV.