Mentre continuano gli atti di terrore che, perpetrati principalmente da uomini, spargono morte a varie latitudini, dalla Turchia al Bangladesh, dall’Iraq a tante altre parti del mondo poco citate dai media italiani, continua anche la ricerca di soluzioni. Certo, il terrore si può sconfiggere. Ce lo conferma la nostra storia passata, più o meno recente. E l’educazione e la cultura risultano spesso più efficaci della repressione.
Combonifem 04.07.2016
Fra gli atti che continuano a seminare terrore a casa nostra ci sono i gesti di violenza compiuti da uomini contro le donne. Ridotte a oggetto di possesso e stupro da alcuni, le donne cercano risposte per ridare dignità anche agli uomini. A quelli che le uccidono, le violentano o le sfigurano e a quelli che rimangono in silenzio, complici di un disagio paralizzante.
Combonifem, insieme ad altre organizzazioni, ha già chiesto un programma ministeriale che, da settembre prossimo, includa in tutte le scuole di ogni ordine e grado l’ educazione ai sentimenti e al rispetto.
Perché ridurre la donna a oggetto di possesso è degradante, sia per le donne che per gli uomini.
E mentre continuiamo a sollecitare l’educazione ai sentimenti e al rispetto, che rende uomini e donne capaci di sostenere la vita in reciprocità, plaudiamo all'iniziativa di Lucia Annibali, avvocata di Pesaro sfregiata con l'acido dall’ex-fidanzato, e di Alessia Morani, anche lei avvocata e vice-capogruppo Pd alla Camera, che hanno lanciato a metà giugno una petizione rivolta agli uomini:
Solo insieme possiamo vincere questa battaglia. Solo ascoltando le loro voci, le loro testimonianze, possiamo estirpare la violenza di genere dalle feroci cronache quotidiane. Ecco perché chiediamo agli uomini di sottoscrivere questo appello. Lo chiediamo ai politici in modo trasversale per primi, che potrebbero farsi carico di iniziative sui territori, agli intellettuali e ai personaggi dello spettacolo affinché mettano a disposizione la loro notorietà per parlare ai più giovani. Lo chiediamo ai giornalisti, ai medici, agli studiosi, e soprattutto a coloro che hanno superato l’incubo di scoprire la violenza dentro di sé e sono riusciti ad affrontarla.
Come diceva David Maria Turoldo: Non l'uomo che domini la donna, non la donna che si contrapponga all'uomo, ma che fondino insieme l'armonia libera e necessaria, a segnare l'inizio di un mondo armonioso e pacifico.
Per arginare la piaga del femminicidio, cresciuto dagli anni ’70 a fronte del diminuire di altri reati violenti, la voce delle donne da sola non basta. Accanto a loro devono esserci gli uomini.
Le leggi e gli strumenti giuridici ci sono, ma non incidono se il “modello maschile” rimane ingabbiato negli stereotipi che si è cucito addosso. La petizione ha raccolto in poche settimane moltissime adesioni. Si tratta ora di tradurla in iniziative concrete.
Cari uomini, chi meglio di voi può diffondere un altro modo di “essere uomini”?
La meraviglia della vostra identità non splende per la vostra forza…