BOSCHI, CANTATE PER ME
ANTOLOGIA POETICA
DAL LAGER FEMMINILE DI RAVENSBRÜCK
A cura di Anna Paola Moretti
Nel lager di Ravensbrück (unico lager del sistema concentrazionario nazista destinato specificamente alle donne) furono composte circa 1200 poesie da deportate, in prevalenza politiche, provenienti da vari paesi europei. Questa produzione è ancora sconosciuta in Italia, dove le poesie non sono mai state tradotte.
L’antologia, frutto di un lavoro più che ventennale della curatrice, presenta una selezione di circa 90 poesie, composte da 50 poete di 15 nazionalità, in maggioranza polacche, francesi, austriache e tedesche, ma anche slovene, olandesi, danesi, russe, spagnole e italiane.
Le poesie (tradotte da poete anche affermate) sono presentate con i testi originali a fronte e raggruppate per temi.
Nei lager nazisti creati per la distruzione mentale e fisica degli individui, per annientare ogni forma di umanità, la poesia era una pratica di sopravvivenza e di resistenza, severamente punita se scoperta, resa possibile da una rete di solidarietà.
Questa antologia restituisce voce alle testimoni (di ciascuna poeta è anche pubblicata una breve biografia) e rappresenta un’occasione di incontro con la forza femminile e con la sorellanza e la solidarietà che caratterizzano l’esperienza femminile nei lager. Come scriveva Lidia Beccaria: “Ho visto che anche nel lager si può non diventare dei mostri. Ho visto come riescono a reagire le donne, quanta forza e quanta dignità abbiamo”.
Le poesie, chiedendo partecipazione sempre nuova e attenta, sono anche un tramite per continuare a fare memoria senza saturazione. Sollecitano una memoria della comune storia europea accogliendo il lascito più significativo delle deportate: quotidiane pratiche di resistenza all’annientamento, soluzioni inventate per sopravvivere in un ostinato volersi umane.
Dalle poesie emerge un simbolico opposto alla forza e al potere: indicazione preziosa quando i traumi che hanno segnato il secolo scorso continuano a segnare le seconde e terze generazioni e permangono, in forme diverse, negli eventi catastrofici (guerre e migrazioni) generati dalla nostra attuale società.
L ’AUTRICE
Anna Paola Moretti è nata a Pesaro. Laureata in filosofia, co-fondatrice nel 1985 dell’associazione “Casa delle donne di Pesaro”, collabora con l’Istituto di Storia Contemporanea della Provincia di Pesaro e Urbino ed è impegnata nella ricerca storica per dar conto della presenza e dell’esperienza femminile, particolarmente nel contesto della Seconda guerra mondiale.
Ha pubblicato Vittime senza giustizia, almeno la memoria. Angela Lazzarini e Virginia Longhi fucilate dai fascisti nel Montefeltro del 1944, Assemblea legislativa delle Marche, 2023; Considerate che avevo quindici anni. Il diario di prigionia di Magda Minciotti tra Resistenza e deportazione, collana di ricerche storiche dell’Istituto Storia Marche, Affinità elettive, (2017); Leda. La memoria che resta (Anpi Fano, 2015, con prefazione di Lidia Menapace; seconda edizione ampliata Anpi Fano, 2019 con prefazione di Fiorenza Taricone), in collaborazione con Maria Grazia Battistoni; La guerra di Mariuli, bambina negli anni quaranta, Il Ponte vec- chio, 2012; La deportazione femminile. Incontro con Irene Kriwcenko. Da Kharkov a Pesaro: una storia in relazione, Assemblea legislativa delle Marche, 2010, con prefazione di Daniela Padoan, in collaborazione con Maria Grazia Battistoni, Rita Giomprini, Mirella Moretti.
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