Si affaccia sulla ribalta letteraria nazionale con un romanzo dal titolo ‘L’ordine innaturale degli elementi’ (Baldini&Castoldi). Intervista di Giuliano Ramazzina
Chi è Barbara Buoso?
Sono nata a Rovigo e cresciuta a San Martino di Venezze. Ho fre- quentato l’istituto professionale e poi la facoltà di Lettere a Padova. Ho iniziato a lavorare a 14 anni in una fabbrica di confezioni.
Quando è nata l’ispirazione, la voglia di raccontare?
La passione per la comunicazione scritta ce l’ho da sempre, la prediligo perché sono introspettiva e abbastanza riservata.
Il suo scrittore preferito?
Sicuramente Gian Antonio Cibotto che ho conosciuto al Centro Don Bosco di Rovigo, allora facevo la maschera del teatro. E’ stato uno dei primi a leggere quello che scrivevo, me lo ricordo quando arrivava la sera con la sua cagnolina e mi salutava ‘buona sera fanciulla’. Mi aveva proposto un appunta mento con l’editore Neri Pozza, ma non ero pronta.
Cosa le ha dato Cibotto?
Prima di tutto mi ha detto di non aver paura di farmi leggere , al massimo, mi diceva, ti dicono ‘no xe beo’. Poi mi ha portato a contatto col teatro perché lui è un drammaturgo.
Altri talent scout ne ha avuti?
Questo romanzo è stato scoperto da Emma Dante. Le ho mandato il progetto editoriale un anno fa, ne ha letto alcuni stralci e lo ha inviato subito a Cristina Delai.
Cosa prende del Polesine per la sua narrazione?
Del Polesine prendo tutto. C’è lo sfondo e attingo molto dalle mie esperienze di vita, legate alla natura, al contatto con una terra che ha in sé qualcosa di benedetto e maledetto, terra di profonde solitudini e grandi slanci. Il Polesine nel romanzo si trova nell’uso del dialetto veneto. Sono d’accordo con Emma Dante quando sostiene che dialetto è la lingua delle viscere, una lingua che non può mentire.
Caterina, la protagonista del romanzo è un personaggio universale?
E’ universale e attuale, un personaggio che potrebbe essere tranquillamente tradotto nell’oggi. A me però interessa il ritratto del Polesine dal 1970 al 1985.
Un romanzo che si inserisce nel filone della letteratura padana?
Per me l’acqua del Po è come il fuoco, quindi penso a Carlo Mazzacurati. Purtroppo non ha fatto in tempo a leggere il mio libro.
Pensavi ad un copione da cinema?
Ai primi di marzo sarò due giorni con Andrea Segre per un laboratorio di regia. Adesso vorrei imparare a scrivere una sceneggiatura.