È bello il paesaggio là fuori. Sotto gli alberi del parco del St Andrew’s Hospital una donna guarda nel vuoto e alza le braccia al cielo, richiamando a sé gli uccellini per dar loro semi e briciole. È lady Violet Gibson, ormai alla fine dei suoi giorni, molti dei quali trascorsi qui, rinchiusa in questo manicomio di lusso per aver attentato alla vita di Benito Mussolini nel lontano 1926. Questa è la sua storia, ed è anche la storia di altre donne che, come lei, sono state vittime dell’etichetta di pazzia e isteria. Donne sotto le grinfie di uomini curiosi di capire, ma con pochi strumenti per farlo. Donne vittime di un patriarcato ottuso e regole sociali volte a sostenerlo. Sarà un viaggio speciale, un volo vero e proprio. Lo spazio e il tempo non costituiranno limiti e non saranno d’ostacolo. Io sarò con lei, sarò con loro, per raccontare ciò che è stato dimenticato. Sono Lucia Joyce, e questa è anche la mia storia. Lucia Joyce rappresenta il non detto, il tabù della famiglia Joyce. Di fatto, dal 1932 al suo decesso trascorse la vita negli ospedali psichiatrici. Ogni suo scritto, ogni documentazione clinica venne distrutta dal nipote nel 1988, condannandola all’oblio.