Medicina estetica, Aiteb:
“Film ‘Uglies’ racconta voglia di bellezza omologante del mondo di oggi”
L’Associazione italiana terapia estetica botulino e il successo della pellicola Netflix: “Diffusa convinzione che l’accettazione sociale passi da ‘perfezione’. Noi come medici dobbiamo dire no agli interventi estetici che riteniamo non necessari”
Firenze, 19 settembre 2024 – “Oggi molti giovani (e non solo giovani) ricercano un’omologazione estetica, spinti dalla convinzione che la perfezione possa offrire sicurezza e accettazione sociale. E’ un fenomeno con cui come professionisti della medicina estetica abbia a che fare ogni giorno e che il film ‘Uglies’ ha il merito di portare all’attenzione, pur traslato in un racconto distopico”.
A dirlo è Maurizio Benci di Aiteb, l’Associazione italiana terapia estetica botulino, commentando il successo del film di Netflix “Uglies”, in cui si racconta un mondo futuro in cui, all’età di 16 anni, ogni persona è sottoposta a interventi estetici per ottenere una bellezza perfetta
“Nel mondo odierno – spiega Benci – l’essere o sentirsi belli è spesso percepito come una chiave per il successo e la serenità, specialmente in un mondo che promuove continuamente icone di bellezza e successo. E in giovane età i ritocchi estetici possono essere interpretati come un tentativo di integrazione, una ricerca di autostima“.
“A noi professionisti della medicina estetica – dice Benci – si pone un tema direi deontologico: dobbiamo sempre dire sì alle richieste che ci arrivano dai clienti? La risposta è no. Abbiamo la responsabilità e il dovere di negare interventi quando non li riteniamo necessari. Purtroppo non credo che questo basterà a fermare la ricerca spasmodica di una bellezza omologante e di un benessere effimero, ma è nostro dovere dare un contributo informato e motivato”.