FB è un vero amico?

da | Gen 9, 2024 | L'impertinente

Ci si abitua a tutto.
Per i nati digitali FB è ovvio e scontato ma per molti adulti, non solo boomers, il fascino iniziale di questo social è stato inarrestabile. Una sorta di Pagine Bianche con segnaletica di riconoscimento dove reperire informazioni su persone. Un’immersione in immagini che rivelano molto più di una fotografia formato tessera.

La possibilità di ritrovare amicizie perdute nell’arco degli anni.
Amici di lavoro, di scuola, del caso, con informazioni essenziali: residenza, stato civile, familiare, lavorativo.
Uno scarno inquadramento da cui immaginare come si è svolta quella vita lontano dalla nostra. Chiederne l’amicizia, con quel po’ di ansia da prestazione per capire se siamo riconoscibili, ricordati. Sorpresi dalla nostra stessa nostalgia, sorpresa, stupore, dispiacere: dipende.
Poi, gettato l’amo, basta un like, un saluto, un messaggio, una faccetta e il ghiaccio si scioglie, accorcia le distanze, rinnova le intese.

FB ci ama! Non può fare a meno di noi e non ci lascerà andare via, incatenandoci ad una lunga scia di nomi, facce e storie e noi lo ricambiamo. Intrappolati in una dipendenza da contatto per il solo fatto di non accettare di essere dimenticati.
Una fonte investigativa per appurare se la vita degli altri gira meglio o peggio della nostra, un confronto a volte consolatorio a volte insopportabilmente invidioso.

FB, corposo e generoso contenitore di gite fuori porta, di sorrisi, di come eravamo, di luoghi da stordimento, belle famiglie, tavolate imbandite, matrimoni, lauree ecc. ma anche di tanta banalità, ripetitività, saluti mordi e fuggi, fulminei lutti.

FB, deve la sua anima a navigatori affezionati, ricercatori solitari che gli offrono la loro.
Annoiati, curiosi, inaffidabili, vanitosi. Amici, sconosciuti, venditori d’aria, d’incontri.
Le distanze si accorciano, i confini s’ interrompono soddisfacendo le pigrizie umane. Una concessione a menzogne o piccole bugie, imbroglietti, mezze verità, opportunismi. L’illusione di essere in contatto senza mai incontrarsi fisicamente nel tempo. La possibilità di dialogare schermati, di non arrossire, di osare.
Un mondo di navigatori esperti senza patente nautica.

Ma non buttiamola tutto in buriana!
La variabilità della comunicazione degli utenti facebookiani aiuta più in generale ad aggiornarsi, a partecipare,  a  segnalare eventi culturali, ad indicare cambiamenti di tendenze o confermare un certo disimpegno.
FB, mai obiettivo, mai di parte, sempre a disposizione di tutti ma con oculatezza segnala anche le pause.
Così all’improvviso tanti amici scompaiono dall’ elenco, dai messaggi, dalle foto e ritornano nuovamente nell’oblio di quando l’avevamo ripescati.
Salvo ricominciare da capo a cercare qualcosa che FB non ci potrà mai dare, la vera amicizia.