Di quali?
Di quelli le cui foto, le storie, gli occhi, le sofferenze, vengono raccontate o immaginate sui social?
A cominciare da FB, che ogni giorno chiede ai suoi “utenti” di prendersi in qualche modo cura di queste creature, che per lo più restano vittime dell’indifferenza o tuttalpiù della “pietà” di chi lo osserva, a volte impotente a volte morboso.
Poi ci sono i vari filmati.
Le scimmiette, tenere e spaurite, che fanno tutto quello che gli viene chiesto (salvo verificare sotto quale tortura), dal lavare i piatti con il grembiulino, dal dare il biberon ai propri simili ecc.
L’eccessivo uso dei social porta ad incrementare tutte le tendenze, tutte le deviazioni, tutte le perversioni, sotto una presunta libertà che deforma la cultura dell’immagine e dell’ informazione.
E mentre questi strumenti si rincorrono alla ricerca forsennata di qualche cosa di diverso per attirare un pubblico generalista, vuoi per età vuoi per appartenenza sociale, ci ritroviamo a lamentarci di come siano cambiati i comportamenti, specie nelle giovani generazioni.
Gli animali, da sempre amici dell’uomo e della natura delle cui regole si avvalgono, sono le vittime designate da un destino che purtroppo appare “irreversibile”.
Vittime di cacciatori per divertimento o di frodo, cavalli e cani stremati in gare assurde, allevamenti in cui si operano torture quotidiane ecc.
Come fare allora quando si è colti dal malessere di impotenza e non si può aiutare nessuna di queste creature se non con una condivisione, un click di sostegno che servono ad acquietare temporaneamente la coscienza, subito dopo spinti a virare verso altre immagini consolatorie di vacanze o di gossip?
Qualcuno può osservare che rispetto ai tanti animali, in quanto essere animati, che muoiono nel mondo, nelle guerre, nei disastri ambientali, per violenza fisica, nei mari ecc. tutto ciò appare secondario ma la cultura, l’umanità, di un popolo a volte si presentano anche in forme solo apparentemente secondarie.
Luglio 2023, gli appelli a non abbandonare gli animali per andare in vacanza suona da sempre ed ancora come un grido d’allarme!