Andrée Ruth Shammah è una regista teatrale di lunga carriera. È responsabile unica del Teatro Franco Parenti dal 1989, l’ex Salone Pier Lombardo (oggi Teatro Franco Parenti) da lei fondato nella stagione 1972-73 con Franco Parenti, Giovanni Testori e Dante Isella.
Hai incontrato il rapporto di sorellanza, nel lavoro e nella vita privata?
Nella mia famiglia siamo quattro sorelle… i rapporti sono molto complessi, con alcune c’è senso di vicinanza, con altre difficilissimi e conflittuali. Ma con la stessa persona cui sei stata conflittuale, magari in un’altra situazione diventa sorella. Direi che la sorellanza è il rapporto più complicato, più contorto, più vario e variabile del mondo.
Quindi essere sorelle è difficile?
Sorelle non vuol dire andare per forza d’accordo, può essere un rapporto conflittuale.
Sono d’accordo.
Bisogna dirlo che con le donne si litiga molto. Poi si possono trovare momenti di unione e ci si capisce; ci sono competizioni, invidie…dire che siamo sorelle vuol dire tante cose. Però la differenza fra due sorelle e due nemiche è che quando si litiga poi ci sono momenti in cui ci si può capire profondamente. Ci si può voler bene ma non è scontato.
Sorellanza è anche avvertire un sentimento di unione con le altre donne. Se una ha successo, in qualche modo lo facciamo anche nostro. Questo nel bene anche nel male. Gli uomini sono più capaci di solidarizzare.
Il termine sorellanza si crede possa rimandare a qualcosa di positivo, per me è invece molto conflittuale. Gli uomini sono dei semplificatori, le donne non lo sono e le sorelle lo sono ancora meno. Per me la conquista di un rapporto, di una vicinanza, avviene dopo un conflitto ed è più forte e profonda che non la solidarietà in semplificazione.
Quindi al di là delle conquiste fatte, secondo te le donne vanno verso nuove conquiste, riusciranno insieme ad ottenere di più di quello che hanno?
Credo che le sorelle dovrebbero iniziare a parlare con i fratelli e che le prossime conquiste dovrebbero cercarle insieme
Solo insieme si potranno raggiungere buoni obiettivi, sono d’accordo.
Anche perché gli uomini sono spaventati dalla forza e dall’indipendenza delle donne e così abbiamo perso la loro complicità: sono spaventati e fragilissimi. Si sentono in uno stato di inferiorità e questo non aiuta. Le donne, molto spesso, hanno finto di essere più deboli per far sentire gli uomini più forti. Li abbiamo abituati a sentirsi importati perché dominavano le donne. Le donne che fanno le fragili, non che sono fragili.
Che fingono.
Sì, quelle donne invece sono manipolanti perché obbligano gli uomini a fare i forti. Adesso è nostro compito trovare la complicità, l’ascolto, aiutarsi e non andare avanti da sole.
Una ricetta di Andrée alle donne: cosa vuoi dire alle donne?
Essere se stesse, ma con dolcezza.
Maria Giovanna Farina ©Riproduzione riservata