Siamo sorelle: dialogo con Emma Fenu

da | Mag 18, 2016 | Interviste e sviste

Emma Fenu, nata e cresciuta respirando il profumo del mare di Alghero, ora vive, felicemente, a Copenhagen, dopo aver trascorso un periodo in Medio Oriente. Ogni cinque anni, per esigenze lavorative, cambia nazione o continente. È laureata in lettere e filosofia, scrive per lavoro e passione.

Cosa pensi della sorellanza?

Ciao Maria Giovanna, grazie per l’accoglienza.
Io credo che la sorellanza sia il miglior modo per generare un futuro finalmente libero da stereotipi e da discriminazioni e che il suo compiersi denoti la nostra forza di Donne, ciascuna diversa nella appartenenza ad un medesimo genere e impegnata nella lotta per i diritti che ne consegue. Sorellanza è capacità di confronto costruttivo; è senso di giustizia; è fierezza di essere donne; è sicurezza in se stesse; è voglia di mettersi in gioco, un gioco di squadra; è accoglienza delle differenze, che sono sempre arricchenti; è ricerca di punti di contatto, che sono spesso vincenti; è superamento dell’individualismo in nome di un “noi” in cui non spersonalizzarsi, ma avere voce.

L’hai incontrata più nella tua vita professionale o più in quella privata?

Ho incontrato sorellanza ovunque, in accezioni anche meno relative alla sfera sociale. Ho amiche sorelle, su cui sempre ho potuto contare e che mai mi hanno deluso; ho colleghe che sanno fare rete e affrontare le dinamiche di lavoro con l’abnegazione della passione, con l’ironia dell’intelligenza, con la coerenza dello sdegno.

Qual è la “ricetta” di Emma per suggerire alle donne di muoversi con più forza verso la sorellanza?

È l’antica ricetta del minestrone della nonna: ingredienti sempre diversi, modalità tramandate, ma mai scritte come comandamenti, capacità di far bollire quanto si è riuscito a mettere in dispensa. Non ci sono alimenti definibili migliori: l’osmosi renderà il piatto nutriente e prelibato. La parola chiave è unione, che si realizza superando, ma non annullando, le diversità e le rispettive scelte di vita, evitando i sottogruppi che diventano, fisiologicamente, sempre meno gremiti fino a dissolversi, e cercando nell’altra occhi in cui specchiarsi, per tenderci la mano e sostenerci. La strada che ci aspetta è ancora lunga, nonostante molte sorelle abbiano già lottato anche per noi.

Maria Giovanna Farina ©Riproduzione riservata