Condannato per maltrattamenti il marito che con i rapporti sadomaso sottomette la moglie
Integrano reato di durata le pratiche "hard" che esprimono disprezzo per il partner durante tutta la convivenza
Orientamento: nuovo Consulta massima e sentenza relative all’articolo
Commette il reato di maltrattamenti il marito che "utilizza" abitualmente i rapporti sadomaso per sottomettere ed esprimere un totale disprezzo nei confronti della moglie.
Lo ha sancito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 39228 del 29 ottobre 2011, ha rigettato il ricorso di un ex marito accusato di maltrattamenti in danno della ex moglie, per tutto il periodo della loro convivenza.
Piazza Cavour, in totale accordo con la Corte di appello di Roma, ha ritenuto il cinquattottenne responsabile del delitto di maltrattamenti nei confronti della ex moglie durante tutta la durata della loro convivenza, in particolare con episodi di ingiurie e percosse e attraverso l’usuale rapporto sadomaso, con il quale l’uomo esprimeva il "disprezzo" e il dolo di sopraffazione nei confronti della coniuge, nonostante la frequente inversione dei ruoli nelle pratiche "hard".
Gli Ermellini hanno ribadito che il delitto di maltrattamenti è, come ogni reato abituale, "reato di durata", e che l’estensione prevista per il reato continuato anche al reato abituale, pur sostenuta da parte della dottrina, sembra muovere dal presupposto che la struttura del reato abituale sia più simile a quella del reato continuato, piuttosto che a quella del reato permanente.
E, inoltre, che "proprio il delitto di maltrattamenti può constare anche di condotte prive di autonoma rilevanza penale e tuttavia dimostrative della sussistenza e poi permanenza di un contesto oggettivo e soggettivo di maltrattamento".