Bigenitorialità confermata per una donna affetta da disturbi della personalità e aggressiva con i figli – Ordinanza, 5 marzo
Il giudice può decidere per l’affidamento condiviso dei figli anche in caso di incapacità genitoriale di mamma o papà. Confermando la bigenitorialità a una donna affetta da disturbi della personalità – ordinanza n. 5096 del 5 marzo 2018 – la Corte di cassazione ha sostenuto che l’affido condiviso incide solo per sporadiche importanti decisioni.
Per il resto, ciò che conta è la quotidianità con i minori e quindi il collocamento.
La vicenda riguarda un padre che ricorre alla Suprema corte per far annullare la decisione con la quale la Corte d’Appello aveva deciso per l’affido condiviso dei bambini, ribaltando il verdetto del Tribunale, nonostante la ex fosse affetta da un disturbo di personalità e, nei periodi sotto stress, fosse molto aggressiva.
Alle obiezioni della difesa di lui gli Ermellini hanno replicato che, contrariamente a quanto sostenuto dal ricorrente, la corte del merito ha valutato la condotta della donna della quale ha dato conto ritenendola tuttavia ininfluente ai fini della deroga all’ordinario regime dell’affidamento, in base al rilievo che, ferme restando la collocazione presso il padre dei minori e le concordate modalità di svolgimento dei loro incontri settimanali con la madre (due a casa di questa, sotto la vigilanza dei servizi sociali, ed il terzo presso il servizio di neuropsichiatria infantile), detto regime non involge il rapporto quotidiano fra genitori e figli ma rileva soltanto nelle sporadiche occasioni di decisioni di particolare importanza: decisioni che, secondo il giudice, la signora può compiere nonostante la patologia da cui è affetta, atteso che questa si manifesta soltanto in situazioni di grave stress.