di Alessandra Palombo
C’era silenzio solo alla domenica.
Dalle due alle venti, gli altri giorni,
ogni ora squillava il campanello
sino al dì di giugno che vedeva
il passaggio del piano verticale
dallo studio al salotto rococò
per il saggio un po’retrò.
A sonate terminate, la Maestra
guardava soddisfatta gli allievi
già sognanti i giorni di vacanza
e tutt’al più, i migliori,
il conservatorio più vicino a casa
e non certo i talent show.
“La maestra di piano, molto severa con i suoi alunni, faceva ripetere più volte i brani di musica e le scale. Le sonatine scelte per i principianti erano sempre le stesse, mentre per chi era più avanti ne proponeva diverse da alunno a alunno secondo le attitudini dei ragazzi. La severità, ma anche la risata spontanea non mancavano mai perché per i suoi allievi era maestra di musica e di vita. Tutt’ora che è anziana la salutano con affetto, ricordando con nostalgia le ore passate nello studio davanti al pianoforte.” (a.p.)
Immagine: (a-s)