di Bianca Bonafede
Il rettore dell’Ateneo di Kabul non ha autorizzato le donne a tornare all’università. Il suo desiderio è far prevalere la sharia, fino ad allora l’ingresso per le studentesse o le docenti sarà vietato.
Già dalla prima conferenza stampa, in cui si sono presentati come un gruppo moderato e aperto, i talebani avevano annunciato che avrebbero garantito il rispetto dei diritti delle donne, incluso quello allo studio. Queste parole, però, erano state accolte con molto scetticismo e molta diffidenza, anche perché i talebani avevano aggiunto che avrebbero rispettato i diritti delle donne “sotto il sistema della sharia” cioè l’insieme di princìpi morali e giuridici islamici che il regime talebano applica in una forma estremamente radicale. L’applicazione della sharia nel corso del primo “governo” talebano tra il 1996 e il 2001 vietò, infatti, alle donne di andare a scuola dopo i 12 anni.
Il secondo regime talebano
l 28 settembre Mohammad Ashraf Ghairat, rettore dell’università di Kabul, ha fatto le seguenti dichiarazioni via Twitter: “Fino a quando non ci sarà un vero ambiente islamico per tutti, le donne non saranno autorizzate ad andare all’università o al lavoro. L’Islam viene prima”. Per il rettore né docenti (donne) né studentesse torneranno all’università, introducendo restrizioni ancora più severe rispetto alle indicazioni arrivate fino ad ora in Afghanistan.
La decisione del rettore è l’ultima di una serie di misure prese dal nuovo regime talebano che hanno limitato in modo molto significativo la libertà delle donne: avevano già vietato alle dipendenti del comune di Kabul di andare a lavorare e alle studentesse della città di frequentare le scuole secondare, ovvero medie e superiori per noi italiani. Il governo dei talebani ha anche chiuso il ministero degli Affari femminili, una specie di ministero delle Pari opportunità, per sostituirlo con un ministero per “la diffusione della virtù e la prevenzione del vizio”.
Il sistema educativo sta crollando
Come annunciato anche dal portavoce del Ministero dell’Educazione Hamid Obaidi ,“Non c’è speranza, l’intero sistema educativo sta crollando”. È l’ennesimo danno all’istituzione scolastica afghana, oggi presieduta da fedeli del regime che non hanno né esperienza né preparazione accademica per occuparsi dell’istruzione degli studenti.
La situazione in Afghanistan, soprattutto per le donne, è davvero drammatica ed è ancor più triste che, dopo anni di piccole conquiste in termini di libertà e parità, si stia assistendo a un regresso di tali portate.
fonte: alfemminile