“Le città delle donne”- Progetto degli Stati Generali delle Donne

da | Giu 13, 2019 | Donne e politica

 

Dopo la riunione di Matera che ha rappresentato una mobilitazione generale del movimento,dopo le recenti elezioni europee e il percorso che si sta tracciando verso Fiume2020, gli Stati Generali sono convocati per dare attuazione all’agenda e svolgere considerazioni collettive.

La prima convocazione è a
Milano il prossimo 27 giugno dalle ore 10 fino alle ore 15 presso la sede del Parlamento Europeo in Corso Magenta

La seconda è a
Roma il 5 luglio dalle ore 10.00 alle 15.00 presso la sede del Parlamento Europeo in Via IV Novembre

L’Ordine del giorno sarà il seguente:

presentare il Patto delle Donne per l’Europa e riflettere sugli esiti per le donne delle recenti elezioni europee,

dare continuità ai progetti in corso:

Le Città delle donne, la rete, i progetti

Il Patto per le donne e per il clima

Gli esiti di Matera 2019 verso Fiume 2020

Il Piano per il lavoro femminile

Altre eventuali

Sono previste relazioni, si prega pertanto di mandare le adesioni e un abstract entro il 20 giugno.

I materiali di lavoro saranno fatti pervenire.

 

Al fine di evidenziare il grande contributo che le donne hanno storicamente dato e danno alla strutturazione di luoghi e spazi dei loro territori e alla costruzione sociale, economica e culturale delle loro comunità, con il loro agire ed i loro saperi abbiamo dato il via al progetto “Le città delle donne”, un grande contenitore finalizzato a raggiungere gli obiettivi scritti nel facsimile di delibera qui allegata. Si prega la massima diffusione e comunicazione.

Da Expo2015 a Matera2019 verso Trieste2020,Parma2020 e Fiume2020

#openfuture

#openwomen

#statigeneralidonne

 

DELIBERA

Adozione de “Le Città delle Donne “ Stati generali delle Donne – Principi e obiettivi.

IL CONSIGLIO / LA GIUNTA COMUNALE
oppure
Il Presidente/la Presidente dell'Associazione….

PREMESSO che :
– la Costituzione della Repubblica Italiana, e in particolare gli articoli 3, 37, 51 e 117;
– il D. Lgs. 30 marzo 2001 n. 165 “Testo unico sul Pubblico impiego” con le modifiche e integrazioni del D.lgs. 27 ottobre 2009 n.150;
– il D.lgs. 26 marzo 2001 n. 151 “Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, a norma dell’art. 15 della L. 8 marzo 2000, n.53”;
– il D. Lgs. 11 aprile 2006 n.198 “Codice delle Pari Opportunità tra uomo e donna, a norma dell’art. 6 della legge 28 novembre 2005, n.246”;
– la Legge 23 novembre 2012, n. 215. Disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali. Disposizioni in materia di pari opportunità nella composizione delle commissioni di concorso nelle pubbliche amministrazioni. (12G0237) (GU n.288 del 11-12-2012 );
– la Direttiva n. 2006/54/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 5/7/2006 riguardante l’attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e di impiego;
– la Direttiva sulle misure per attuare la parità e le Pari Opportunità tra uomini e donne nelle amministrazioni pubbliche, del 23 maggio 2007, sottoscritta dai Ministri per la Pubblica Amministrazione e Innovazione e per le Pari Opportunità, pubblicata in G.U. il 27 luglio 2007;
– il D. Lgs. 25 gennaio 2010 n. 5/2010 – Attuazione della direttiva 2006/54/CE relativa al principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego;
– il Programma di azioni per l’inclusione delle donne nel mercato del lavoro “Italia 2020”, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Presidenza Consiglio dei Ministri – Ministro per le Pari Opportunità, dicembre 2009;
– la Comunicazione della Commissione “Europa 2020 – Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”, 3 marzo 2010;
– la Convenzione di Istanbul e l’autorizzazione, del 27 settembre 2012, da parte del Parlamento alla ratifica, che ha portato alla Legge n. 77/2013 pubblicata in G.U. il 1 luglio 2013

nel loro combinato disposto promuovono e sanciscono la parità di genere e la pari opportunità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e

di impiego e il contrasto della violenza di genere in quanto violazione dei diritti umani e forma di discriminazione contro le donne;

VALUTATO che:
– le disparità legate al genere hanno conseguenze dirette sulla coesione economica e sociale, sulla crescita sostenibile e la competitività, nonché sulle sfide demografiche;
– la Commissione Europea sottolinea l’impegno a favore della parità tra donne e uomini, in Europa e nel mondo, finalizzato ad attuare azioni positive in vari campi d’azione;

EVIDENZIATO che detti campi di azione possono essere così sintetizzati:
– l’autonomia economica, raggiungibile lottando contro le discriminazioni, gli stereotipi nell’educazione, la segregazione del mercato del lavoro, la precarietà delle condizioni occupazionali, il lavoro part-time involontario e lo squilibrio nella suddivisione dei compiti di assistenza tra donne e uomini;
– la rappresentazione di donne nei processi decisionali e nelle posizioni di potere, ove le donne continuano ad essere sotto rappresentate rispetto agli uomini, sia nel settore pubblico che privato;
– Il rispetto della dignità e dell’integrità delle donne, ma anche la fine della violenza basata sul genere, comprese le prassi nocive dettate dalle consuetudini o dalle tradizioni;
– l’azione oltre i confini dell’UE in materia di parità tra donne e uomini, che permetterà di sostenere lo sviluppo di società sostenibili e democratiche;

RILEVATO che occorre a qualsiasi livello istituzionale e umano impegnarsi a garantire la completa realizzazione delle potenzialità delle donne e il pieno impiego delle loro competenze, colmando le differenze di retribuzione e facilitando una migliore distribuzione dei generi nel mercato del lavoro e permettendo più lavori di qualità per le donne;

RITENUTO, altresì, doveroso agire per una più equa rappresentanze delle donne in tutti i settori della vita pubblica, salvaguardandone dignità e integrità ad iniziare dalla disparità di accesso all’assistenza sanitaria, sradicando qualsiasi forma di violenza basata sul genere;

OSSERVATO, infine, che occorre impegnarsi a diffondere la parità tra donne e uomini nel quadro di possibili relazioni con soggetti provenienti da paesi terzi e qui residenti;

CONSIDERATO che
-nell’ambito degli appuntamenti di Expo 2015 e Matera 2019, verso il Mediterraneo, a cura degli Stati Generali delle Donne e del partenariato pubblico privato, nazionale ed internazionale, sono state approfondite le tematiche che ruotano intorno a quesiti quali quelli di come rendere le città più vivibili e sostenibili, migliorare la qualità della vita dei cittadini e delle cittadine, salvaguardare e nutrire il Pianeta, contrastare i cambiamenti climatici

attraverso un miglioramento e un cambiamento degli stili di vita, tutelare la Madre Terra e i nostri territori, sfamare una crescente popolazione, creare un modello sostenibile di sviluppo, e le condizioni di nuovo lavoro per le donne, sostenere le imprese femminili, volano per un reale sviluppo del nostro Paese, e che in queste attività le Città svolgono un ruolo fondamentale per una vera rinascita di processi di cittadinanza attiva e di reale protagonismo delle donne per realizzare una democrazia paritaria sostanziale;
-tutte le indagini dimostrano come porre maggiori risorse nelle mani delle donne, che siano madri, contadine, insegnanti o imprenditrici, si rivela via essenziale per costruire un futuro migliore libero da denutrizione, malnutrizione e spreco;
-conseguentemente la costruzione della Rete delle Città delle Donne quale percorso interattivo iniziato a Roma nel 2014 con gli Stati Generali delle Donne, proseguito a Milano in Expo 2015, continuato a Matera 2019 e che continuerà verso Fiume 2020, Trieste 2020, Parma 2020, coinvolge tutte le donne per raggiungere gli obiettivi enunciati ;

RITENUTO, pertanto, politicamente irrinunciabile, etico e umanamente doveroso recepire e adottare, anche per questo Comune (e/o Ente e/o Associazione) , il documento denominato “Le Città delle Donne “, Stati generali delle Donne – Principi e obiettivi per contribuire alla diffusione delle politiche di parità e di pari opportunità in tutte le Città e Comuni;

ACQUISITI i pareri resi ai sensi dell’art.49 del Tuel 18.08.2000, n. 267; Ad unanimità di voti, legalmente resi e verificati;
D E L I B E R A

– di adottare la “Le Città delle Donne “, Stati Generali delle Donne – Principi e obiettivi quale dichiarazione di intenti per la diffusione di una cultura di politiche delle risorse umane inclusive, libere da discriminazioni e pregiudizi, capaci di valorizzare i talenti in tutta la loro diversità e realizzare azioni positive per dare concretezza agli intenti qui espressi e di darne ampia diffusione anche con l'affissione agli ingressi delle Città e dei Paesi di uno o più cartelli stradali che riproducano il logo delle “Città delle Donne “ parte integrante del progetto;
– di evidenziare gli obiettivi perseguiti come di seguito in breve riportati: 1.- Sensibilizzare a tutti i livelli di governo alle politiche di gender mainstreaming, incoraggiare, supportare e accompagnare attivamente la
ricerca di soluzioni per risolvere lo squilibrio determinato della disoccupazione femminile, favorire l’integrazione delle donne, aumentare e sostenere la presenza femminile in tutte le sfere della società ;
2. Ripensare il lavoro in un'ottica più “intelligente”, mettere in discussione i tradizionali vincoli legati a luogo e orario di lavoro lasciando alle donne maggiore autonomia nel definire le modalità di lavoro a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati;

3. Eliminare la discriminazione nella valutazione del merito e migliorare i criteri di selezione dei profili professionali per l’inserimento delle donne nel mercato del lavoro e ai fini delle progressioni di carriera;
4. Costruire politiche efficaci di contrasto alla violenza maschile sulle donne, implementare piani di azione contro la tratta e lo sfruttamento di esseri umani, attivare risorse adeguate per finanziare interventi pluriennali sistematici per la protezione e l'integrazione sociale delle vittime;
5. Diffondere a tutti i livelli la medicina di genere, promuovendo l’attivazione all’interno degli ospedali e delle cliniche dei percorsi specifici per la salute delle donne.
6. Contrastare i matrimoni precoci e forzati.
7. Favorire e incoraggiare la presenza di donne in posizioni di leadership,e il raggiungimento di posizioni apicali senza cambiare l’identità dell’essere donna, dando il via ad una profonda rivoluzione culturale;
8. Incentivare il lavoro e l’aggregazione delle giovani donne;
9. Costruire una nuova economia declinata pienamente anche al femminile, immaginare un nuovo modello di sviluppo sostenibile centrato sui principi e i valori della sostenibilità e della solidarietà; ridare lavoro alle donne e toglierle dall’invisibilità, eliminare le disparità salariali, riconoscere che la nuova imprenditoria femminile è uno dei segnali più promettenti di un nuovo ciclo di sviluppo che va sostenuto, con incentivi e finanziamenti soprattutto per chi guarda ai mercati internazionali e chi crea impresa nei settori più vitali quali il turismo sostenibile e di qualità, l’enogastronomia, la blue economy, l’industria del benessere, l’agricoltura biologica e l’artigianato, dal tradizionale al digitale e ambiti per i quali c’è domanda e quindi si crea lavoro;ridare dignità al lavoro delle contadine favorendo la costruzione di piccole economie locali fondate su una agricoltura di sussistenza e familiare che rispetti la terra e la biodiversità ;
10. Creare opportunità per lo sviluppo di nuovi spazi per la conoscenza della scienza promuovendo ecosistemi dell'innovazione di genere;
11. Identificare e costruire una gender analysis promuovendo la raccolta e la realizzazione di statistiche, indicatori e metodi per la raccolta di dati disaggregati per sesso, rendendo obbligatorie per gli Stati Membri in sede europea la produzione dei dati con queste caratteristiche come avviene già per tutte le indagini rilevanti;
12. Educare al rispetto, all’accettazione dell’altro/a, all’affettività a partire dalla scuola materna per innescare la propensione al cambiamento, cancellare pregiudizi e stereotipi di genere e culturali;
13. Adottare provvedimenti anche locali per introdurre la democrazia sostanziale e paritaria anche negli organismi non elettivi della pubblica amministrazione;
14. Attivare vere azioni di integrazione che mettano al centro come valore, le necessità, i desideri, le differenze;
15. Imparare e insegnare a leggere le immagini e le parole nel rispetto del corpo delle donne;
16. Ricostruire le Città e i Paesi perché siano più vivibili, sostenibili, accessibili, sicuri, flessibili,aperti, solidali, capaci di accogliere e prendere anche le forme, le misure, i linguaggi, i colori delle donne, mettendo al centro il rispetto, partendo dalle esperienze ed azioni positive già fatte,che ispirino

sperimentazioni nuove pratiche partendo dalla conoscenza reciproca, per “vivere meglio insieme”, per “connettersi” in luoghi anch’essi più consapevoli;
17. Creare le condizioni per attivare sul territorio cittadino i Centri Anti violenza e le Case Rifugio, in collaborazione con le Associazioni, per offrire gratuitamente un servizio per la prevenzione, il sostegno e il supporto delle donne vittime di violenza e dei loro figli;
18. Creare un luogo privilegiato di conservazione e promozione dei saperi femminili, una biblioteca di genere che è memoria, storia e cultura delle donne.
19. Attivare sul territorio cittadino gli “Sportelli delle pari opportunità” quale punto di Informazione – Orientamento per tutte le donne e la comunità LGBTQI. È inoltre un punto di riferimento per l'individuazione di azioni territorialmente condivise per le problematiche femminili e di genere inerenti il disagio e l'inclusione sociale;
20. Costruire politiche efficaci in grado di rendere ogni Città “femminile, plurale e dotata di un piano strategico per le pari opportunità”. L'azione contribuisce al raggiungimento dell'obiettivo generale “Rigenerazione urbana & sicurezza” e degli seguenti obiettivi specifici: a) “Favorire l’accessibilità delle donne ai luoghi della città”; b) “Migliorare le condizioni di vivibilità degli spazi urbani degradati;
c) “Garantire livelli di sicurezza a misura di donna;
21. Creare un Incubatore delle abilità e delle attività delle donne prioritariamente nella filiera della moda (sartoria, ricamo, lavorazione pietre e metalli preziosi, maglieria ed accessori per la moda) e, più in generale, nei settori di tradizionale propensione femminile (lavorazioni artigianali di prodotti e materie prime tipiche dei territori su cui agiamo). L’obiettivo è la creazione di uno spazio fisico, ma anche simbolico e virtuale, in grado di accogliere, accompagnare temporaneamente nel “tempo dello start up” e rafforzare le competenze delle donne in possesso di un talento artigianale o artistico da valorizzare e che non riescono ad accedere alle “tradizionali” opportunità di ingresso nel mondo del lavoro;
22. Promuovere atti amministrativi aventi in oggetto le procedure per l'individuazione e la gestione collettiva dei beni pubblici, quali beni che possano rientrare nel pieno processo di realizzazione degli usi civici e del benessere collettivo delle donne.
– di impegnarsi a promuovere detti valori contenuti nel documento “Le Città delle Donne “, Stati generali delle Donne – Principi e obiettivi nel territorio comunale;

– di autorizzare l’Assessore, , a sottoscrivere documenti d’intesa per ……………………………………………………………….. ;

– di rendere la presente immediatamente eseguibile con separata votazione unanime, ai sensi e per gli effetti dell’art. 134, co. 4, del Tuel n. 267/2000.