di Marta Ajò
Il 22 maggio scorso si è svolto l’incontro degli Stati Generali delle Donne per discutere “L'Europa che verrà” per “Interrogarsi sullo stato attuale delle istituzioni comunitarie, cercando di capire se sarà possibile e come rilanciare il grande progetto europeo attraverso un’ analisi approfondita delle criticità e la costruzione di un laboratorio per esaminare le prospettive di rilancio, con il ruolo attivo delle donne, protagoniste del cambiamento”.
A partire da questa riflessione le numerose partecipanti hanno portato un importante contributo di testimonianza, progettualità e competenza.
Uno dei temi fondamentali è stato certamente quello del lavoro e le condizioni di vita che da esso derivano, non solo come ricchezza, ma anche come realizzazione dell’ indipendenza economica e finanziaria ancora precluse alla maggiore parte delle donne del pianeta.
Guardare in Italia guardando oltre!
Questo sembra essere stato ed essere l’incipit degli Stati Generali delle Donne.
Nel dibattito, che ha tenuto inchiodate le numerosi partecipanti per una giornata intera di lavoro, molto si è riflettuto sui problemi e sulle risposte possibili, con uno sguardo rivolto anche alle prossime riunioni del G7 di Taormina e il G20 di Berlino perché “ è arrivato il momento per noi donne degli Stati Generali di chiedere e pretendere misure concrete per ottenere più donne nel mondo del lavoro e creare una reale uguaglianza di genere”.
Ma poiché niente nasce dal niente ci pare doveroso sottolineare che il percorso, lento e silenzioso, seguito dagli Stati generali, la funzione e il ruolo che essi hanno assunto, non nascono dall’improvvisazione, da un giorno all’altro.
Essi prendono il via da una serie di iniziative che da anni si sono svolte attraversando i diversi territori italiani dando voce alle donne.
Grazie all’impegno di Isa Maggi, che ne è la coordinatrice nazionale, essi sono diventati un Forum permanente e itinerante nonché un interlocutore per le Istituzioni che operano nell'ambito delle politiche del lavoro, dell'economia, della finanza, del femminile, dei diritti, della cultura, della scuola,della formazione, della pace e del dialogo, dello sviluppo.
Dal 20014, anno in cui gli Stati Generali furono convocati presso il Parlamento Europeo ad oggi, numerose sono state le occasioni di riflessione comune e significativa la partecipazione ad eventi di rilievo.
Già a vent'anni dalla Conferenza Mondiale di Pechino gli Stati Generali avevano indetto un’importante Conferenza Mondiale delle donne, con la partecipazione di 981 delegate, in rappresentanza di 35 Paesi del mondo. Da essa era scaturito un importante documento in cui è’ stato proposto un nuovo modello di sviluppo per uscire dalla crisi con la forza delle donne,in un percorso articolato che da #Expo2015 si sta muovendo verso #Matera2019 e il Mediterraneo.
Gli Stati Generali hanno sottolineato che “nel 2014, il G20 si era impegnato a ridurre il divario nei tassi di partecipazione alla forza lavoro femminile del 25% entro il 2025. In questo tempo è necessario che si tenga conto di ogni apporto utile e necessario alla causa. E in quest’ambito s’inserisce anche l’apporto degli “Stati Generali delle Donne”.
L’incontro di Roma si è affermato come ulteriore prova di quanto si è messo in moto grazie a questo straordinario movimento di donne che, in modo trasversale e al di sopra di ogni etichettatura di appartenenza, è riuscito ad aggregare e coagulare donne rappresentative del territorio e di settore, manager e imprenditrici, pubbliche amministratrici, organismi istituzionali, associazioni nonché donne della cultura e dell’informazione.
Una metodologia di lavoro che consente al dibattito delle donne per le donne, per il proprio Paese e per l’Europa, di non interrompersi nel tempo e di non infrangersi in inutili divisioni stereotipate.
Gli Stati Generali hanno ribadito la loro intenzione di partecipare da protagoniste alle prossime scadenze: “La Presidenza italiana del G7 ha deciso di promuovere una road map che contiene impegni specifici e misurabili su temi che riguardano il potenziamento delle capacità delle donne: dalla formazione digitale, al superamento della disparità dei salari,alla creazione di nuovo lavoro, alla tutela della salute soprattutto in età riproduttiva Si discuterà come introdurre, nelle politiche economiche e sociali, il bilancio di genere. Al tempo stesso, verranno assunte decisioni comuni per contrastare la violenza contro le donne, incluso il traffico illegale e forzato di ragazze africane e asiatiche.
La battaglia per il futuro delle donne e delle ragazze, della loro formazione ( Stem + A) del loro lavoro, della loro sicurezza, del loro ruolo nella società, non è una pura rivendicazione “di genere”. È la battaglia che da tempo stiamo conducendo per un futuro mondo ideale, economicamente e socialmente sostenibile. Per vincere tale battaglia e' indispensabile sottoscrivere il “Patto per le Donne”. E' importante che i governi, la società civile, le donne di tutte le regioni e territori e il sistema delle imprese si muovano nella stessa direzione, assumendo ciascuno la propria responsabilità. Solo così, in un G7 e in G20 che vede “le donne come risorsa fondamentale”, la road map non resterà, ancora una volta, sulla carta”.
Anche in questo incontro romano, come in altri precedenti, si è proceduto infine a premiare “Donne che l’hanno fatta”, che vanno a fare parte della lunga e qualificata nomenclatura di genere.
per ogni ulteriore approfondimento:
Stati Generali delle Donne
Isa Maggi
Stati Generali FB
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