Il significato originario del termine dialogo è, dal greco, /dia leghein/ (dire attraverso) pertanto se “diciamo attraverso” noi facciamo muovere le nostre parole in un movimento tra noi e gli altri e attraverso le parole parliamo di noi. Possiamo affermare che “dire attraverso” significa parlare tramite le parole, ma allo stesso tempo indica un “perforare” attraverso le parole. Il dialogo perfora il muro del silenzio o dell'equivoco e ri-stabilisce l'ordine riducendo al minimo il fraintendimento che è fonte di incomprensione. Questo è ciò che dovrebbe essere, ma perché spesso il dialogo in vari ambiti della nostra vita ci porta in un vicolo cieco provocando insoddisfazione, dolore, rabbia?
La risposta è che principalmente manca una vera cultura del dialogo: essere aperti al dialogo non significa mettersi in posizione, seduti magari in un bel salotto, pronti alla conversazione, ma essere disposti a mettersi in gioco.
Prima di tutto, per attuare un vero dialogo, è indispensabile essere disposti a mettere in discussione la proprie idee senza condizioni.
Secondo punto: essere leali. Il dialogo smette di essere produttivo quando si difendono ad oltranza alcune idee per fini di interesse personale. Se dialogo solo per il mio tornaconto, o per quello di qualcun altro, non è dialogo ma sofismo, raggiro.
Da un recente studio in una università del Michigan si è giunti al risultato che litigare fa bene ed allunga la vita della coppia.
Effettivamente possiamo verificare che col partner, ma anche tra colleghi, il litigio è una modalità catartica, di pulizia della rabbia che si nasconde nell'anima, per cui ristabilendo l'eutimia sicuramente migliora la salute del corpo e della relazione. Il litigio è una forma di dialogo estrema e si attua quando nessuno dei due contendenti cede il passo, è indispensabile per ri-stabilire l'ordine e permettere di ri-costruire un rapporto migliore a patto di seguire i due punti sopra citati: messa in discussione delle proprie idee e lealtà.
La cultura del dialogo va recuperata iniziando dall'infanzia, se imparassimo ad es. fin da piccoli che non si può avere ragione sempre a tutti i costi perché avere torto fa parte del gioco e non è una sconfitta, sarebbe il primo passo verso il vero ascolto dell'Altro.
Maria Giovanna Farina