“Devo fare sempre io il primo passo” una frase che più o meno abbiamo detto o ascoltato tutti durante le nostre conversazioni, ma che abbiamo anche pronunciato in silenzio tra noi e noi.
Una frase che denuncia amarezza e delusione perché non ci si sente cercati, ciò avviene sia nelle relazione con amici, parenti e colleghi, ma anche nell’intimità dei rapporti sessuali con il partner.
Questo disagio richiama la nostra incapacità o non volontà di chiedere. Si fatica a chiedere perché chiedere ci mette allo scoperto di fronte alla possibilità di sentirci rispondere di no, in virtù di ciò preferiamo rimanere fermi e le nostre relazioni non si evolvono.
Facendo l’esempio del sesso, accade che a causa di questa mancata richiesta si rinunci ad un piacere che soddisferebbe entrambi. Alla base di ciò c’è un atteggiamento infantile mosso magari da carenze di attenzione o rifiuto delle nostre richieste da parte dei genitori quando eravamo piccoli e allora adesso che siamo grandi cerchiamo di fare un passo avanti uscendo da una posizione che ci fa solo soffrire ancora.
Come possiamo fare? Oggi desidero suggerirvi una via alla riflessione che si rifà alle sacre scritture perché queste fanno parte della nostra cultura sia per chi è credente sia per chi non lo è.
Facciamo una precisazione: il credente le ritiene oggetto di fede, mentre il vero ateo le ha già lette e non le riconosce come tali. Due celebri citazioni come “Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te” e “Chiedi e ti sarà dato” possono illuminarci perché entrambi invitano perentoriamente a chiedere e ad agire in modo altruistico.
Tutti sono invitati a rifletterci e a leggere i testi sacri perché fanno parte della storia della filosofia. Ogni pensatore, anche Gesù Cristo per chi è o non è credente, può aiutarci, sta a noi scegliere dal suo pensiero ciò che riteniamo più utile per la nostra vita al là della religione e della fede.
Maria Giovanna farina