Il paritismo è possibile

da | Nov 28, 2011 | Filosofando

Il paritismo        si conquista non solo con gli slogan e con la guerra ai maschi,        ma con la volontà di dimostrare che le donne hanno un valore        fondamentale per il vivere sociale. Qualcuna potrebbe subito        obiettare: “E già, noi dobbiamo sempre dimostrare!”, sì, in        parte è vero, però non fermiamoci al luogo comune che come tutti        i luoghi comuni non conduce ad una riflessione utile alla        comprensione e alla realizzazione del paritismo. Il paritismo        è riconoscere da entrambe le parti l’esistenza di una reale        parità dei diritti e dei doveri, a partire, e ciò è        imprescindibile, da quella intellettuale: se ci fermassimo alla        parità sessuale sarebbe una conquista limitata. Il maschio, per        natura e per cultura, per dimostrare ha soprattutto necessità        della potenza sessuale, mancando la quale va subito in crisi di        identità, la femmina invece deve dimostrare di non essere “bella        e oca”, comprendiamo subito che ciò per essere svelato necessita        un cambiamento di piano: dagli organi genitali ci si sposta alla        mente. Questa è la ragione per cui quando una donna deve        dimostrare ha più difficoltà, lei deve far muovere        qualcosa che presuppone studio, preparazione e riflessione:        molto più complicato e soprattutto più faticoso. Non si può        sfuggire da questo stato di cose per cui accanirsi contro maschi        maschilisti, fautori dell’oggettualizzazione del corpo femminile        e del suo mercimonio non è sufficiente e non induce loro a        cambiare modo di pensare: quel tipo di maschi continuerà a        deridere, non solo alle spalle, di chi li addita. Sono le donne        a dover uscire dalla mentalità fallico-centrica, quella visione        delle cose che riconosce nel maschio il principio di suprema        autorità. Ci sono ancora purtroppo molte donne cosiddette        emancipate che pur essendo colte e capaci hanno la necessità, a        volte inconsapevole, fortemente incistata nel loro più profondo        ed intimo essere, del riconoscimento di un uomo, anche se è        inferiore per competenza ed erudizione, che legalizzi il loro        operato culturale e progettuale. Solo uscendo definitivamente        dalla logica dell’approvazione legalizzante una donna può essere paritista e combattere in nome del paritismo. Con  buona probabilità trovandosi di fronte ad una donna che respinge        tale approvazione e non baratta il proprio corpo ma neppure la        propria mente per un gradino del successo, allora i maschi        inizieranno a mettersi in discussione. Ciò presuppone una        riscatto totale dallo stereotipo della necessaria legalizzazione        maschile, preconcetto dal quale ci si può liberare magari        partendo dalla considerazione che un grande filosofo come Socrate fu iniziato alla filosofia da una donna: Diotima di Mantinea.

 

Maria Giovanna Farina