Isa Maggi Stati generali delle Donne
La Giornata mondiale dei diritti umani è una celebrazione internazionale che si tiene in tutto il mondo il 10 dicembre di tutti gli anni. La data è stata scelta per ricordare la proclamazione da parte dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite della Dichiarazione universale dei diritti umani, il 10 dicembre 1948
Ogni anno gli Stati generali delle donne con l’Alleanza delle donne approfondiscono alcuni temi.
Ancora oggi sottolineiamo che le categorie più colpite dagli effetti indiretti della pandemia, quelli che hanno leso i diritti umani fondamentali sono donne, giovani,rifugiati, minoranze etniche, anziani e disabili.
Il covid ha colpito approfittando delle diseguaglianze, discriminazioni e squilibri economici e sociali che erano già presenti nelle società di tutto il mondo.
In particolare è peggiorata la condizione dei rifugiati e dei richiedenti asilo, costretti a vivere nei campi di accoglienza, in cui spesso mancano servizi sanitari essenziali. Alcuni Paesi hanno chiuso le frontiere a causa della pandemia con il risultato che migliaia di persone sono state abbandonate a loro stesse.
Sono aumentate poi le violenze domestiche e contro le donne a causa delle misure di confinamento, così come le norme per evitare il contagio hanno lasciato migliaia di persone senza lavoro e senza protezioni sociali.
La Cop26 ha messo davanti agli occhi del mondo la necessità di intervenire subito su un diritto fondamentale, il diritto a vivere in un ambiente sano e soprattutto il diritto ad agire per il clima.
Allo stesso modo si celebrano le sfide, le barriere e le opportunità per le persone che vivono con disabilità, nel contesto di una pandemia globale.
Le persone con disabilità sono state particolarmente colpite dalla pandemia di COVID-19 e dall’isolamento e dalla diminuzione dei servizi che ne sono derivati ed è sempre più necessario diffondere la consapevolezza delle disabilità invisibili e dell’impatto che il COVID-19 ha avuto sulla salute mentale.
In tutto questo percorso dal 2014 fino ad oggi abbiamo messo al centro del nostro attivismo e della nostra riflessione il tema del lavoro.E’ di questi giorni il via libera al Protocollo nazionale che contiene le linee guida con cui disciplinare, nella contrattazione collettiva, la nuova modalità di lavoro impostasi con la pandemia, al termine di mesi di confronto al ministero del Lavoro. Le aziende che vorranno continuare ad usare il lavoro agile anche al di fuori della fase emergenziale per la pandemia da Covid ora hanno linee guida alle quali attenersi in attesa dei contratti. L’adesione al lavoro agile avviene su base volontaria ed è subordinata alla sottoscrizione di un accordo individuale, fermo restando il diritto di recesso.
Nell’accordo individuale in particolare vanno previste:
– la durata dell'accordo, che può essere a termine o a tempo indeterminato;
– l'alternanza tra i periodi di lavoro all'interno e all'esterno dei locali aziendali;
– i luoghi eventualmente esclusi per lo svolgimento della prestazione lavorativa esterna ai locali aziendali;
– gli aspetti relativi all'esecuzione della prestazione lavorativa svolta al di fuori dei locali aziendali,anche con riguardo alle forme di esercizio del potere direttivo del datore di lavoro e alle condotte che possono dar luogo all'applicazione di sanzioni disciplinari nel rispetto della disciplina prevista nei contratti collettivi;
– gli strumenti di lavoro;
– i tempi di riposo del lavoratore/ice e le misure tecniche e/o organizzative necessarie ad assicurare la disconnessione;
– le forme e le modalità di controllo della prestazione lavorativa all'esterno dei locali aziendali;
– l'attività formativa eventualmente necessaria per lo svolgimento della prestazione di lavoro in modalità agile;
– le forme e le modalità di esercizio dei diritti sindacali.
Va garantita la fascia di disconnessione nella quale il lavoratore/ice non eroga la prestazione lavorativa e vengono adottate specifiche misure tecniche e/o organizzative per garantire la fascia di disconnessione.
Nello specifico entreremo all’interno dell’analisi del protocollo prossimamente.
Oggi ci interessa sottolineare che si è garantita garantire l'alternanza tra la prestazione eseguita all'interno dei locali aziendali e quella svolta fuori dagli stessi. Allo stesso modo, il Protocollo norma la tutela dei diritti alla salute e alla sicurezza sul lavoro, quelli sindacali, il diritto ad una adeguata formazione, e garantisce le medesime tutele economiche e normative dei colleghi presenti in sede. E viene garantita la parità tra i generi, anche nella logica di favorire l'effettiva condivisione delle responsabilità genitoriali e accrescere in termini più generali la armonizzazione tra i tempi di vita e i tempi di lavoro senza alcuna discriminazione nei confronti delle donne.
Il lavoro delle donne ha bisogno di essere continuamente sostenuto con attività formative mirate, in particolare in questa fase dove immaginiamo nuovi lavori legati alla transizione ecologica e alla digitalizzazione, passando attraverso lla formazione delle giovani donne nelle Steam.
Ma è proprio alle giovani e ai giovani che vogliamo oggi dedicare una riflessione importante che deriva dall’analisi delle difficoltà che i giovani hanno vissuto e stanno vivendo durante questa pandemia. In Lombardia sette giovani su dieci sono vittime di bullismo, anche online.
Secondo l'indagine dell'osservatorio milanese 'Indifesa' la situazione è critica ma lo è anche su tutto il territorio nazionale. In Lombardia, in particolare, preoccupano le informazioni raccolte che riguardano il bullismo, la solitudine e i social network. Il 62% degli intervistati ha raccontato di essere stato maltrattato o ridicolizzato (al livello nazionale è il 61%), mentre il 69% ha dichiarato di aver assistito a episodi di violenza nei confronti dei suoi coetanei. Per l’osservatorio “Indifesa”, però, c’è anche un altro dato da tenere in considerazione perché preoccupante: quasi il 50% delle ragazze ha confessato di sentirsi fortemente disagiata nel ricevere commenti non graditi di carattere sessuale da estranei online. Oggi affronteremo anche il tema messo a fuoco dall’Osservatorio nazionale degli adolescenti per quanto riguarda la violenza nelle relazioni di coppia. Tre ragazze su 4 non parlano e il 10% temono che il proprio partner perda il controllo.
I temi che oggi affronteremo, con tante specialiste ed attiviste, si riconduce in sintesi e da un lato
– ad un’idea del modello di sviluppo che stiamo da mesi tratteggiando, un modello basato sull’economia della condivisione e della collaborazione, centrale per le imprese femminili e dall’altro
– all’idea ben cara al nostro movimento che ha al centro il NOI in quanto apparteniamo alla stessa razza umana e all’interno di questo percorso abbiamo dato molto peso e molto spazio alle parole che usiamo.
La parola crea e di questo siamo tutte consapevoli.