di Isa Maggi
Con il Patto delle Donne e delle città abbiamo chiesto un voto consapevole per ridisegnare città davvero sostenibili ma le donne non ci sono tra le vincitrici!
C'erano solo 25 donne su 145 candidati sindaco nei 17 comuni capoluogo al voto domenica. In percentuale il 17%. Il numero diventa zero ai ballottaggi: al secondo turno neanche una donna.
Secondo il Centro Studi Enti Locali il 50% dei Comuni sotto i 5.000 abitanti coinvolti nella tornata elettorale 2021 non centra l’obiettivo “quote rosa”, non c’è parità nelle candidature. Su 13.281 candidati nei 17 Comuni capoluogo invece la prevalenza è maschile, 55,1 contro 44,9%, ma sembra esserci un equilibrio maggiore, anche se poi le elette sono meno degli uomini. Neanche l’imposizione della doppia preferenza porta più donne nelle amministrazioni locali.
Tra le più votate Emily Clancy, una 30enne italo-canadese ìa Bologna. Il manifesto della sua campagna elettorale è stato chiarissimo: «Il futuro è femmina».
Una sindaca anche in Basilicata.
In generale le elezioni comunali del 4 e 5 ottobre 2021 hanno messo in evidenza l'assenza imbarazzante delle donne tra i candidati a ricoprire le poltrone più importanti.
Cosa faremo? Ci dobbiamo preparare!
Ci metteremo tanto impegno per raggiungere definitivamente un risultato collettivo. Il nostro modo di fare politica è orizzontale perché partiamo dalle istanze che nascono dai territori ma seguiamo il modello e “l’esperienza municipalista”. Crediamo che occorra concentrarsi sulla politica a livello locale tenendo uno sguardo sulle altre Città nel resto del mondo. Stiamo ragionando insieme sui grandi temi temi transnazionali a partire dal cambiamento climatico, al diritto all’abitare, al diritto al lavoro e al fare impresa, in un lungo viaggio che dall’Expo di Milano del 2015 ci ha portato a Matera nel 2019 ed ora a Dubai per la grande esposizione universale.
Quello che serve è un cambio nella rappresentanza, sempre più donne.
Meno stadi di calcio e più luoghi di cultura in Italia(come si può anche giustificare che un calciatore percepisce uno stipendio pari a 20 volte quello di una lavoratrice o di un lavoratore)
Come si realizza il vero gender mainstreaming nei Comuni e nelle Città? Come realizzare una vera pianificazione urbana? Come realizzare un un bilancio delle politiche per rispondere meglio ai bisogni e alle necessità di tutti i cittadini e di tutte le cittadine e migliorare la qualità dei servizi pubblici?
Dietro la modernità dei modi di vita si tende a nascondere le differenze tra i sessi nello spazio urbano. Cosa sanno gli attuali politici delle nostre aspirazioni, dei nostri bisogni, dei nostri desideri?
“La donna” che i politici hanno in mente non rappresenta tutte le donne. “La” donna corrisponde a un archetipo definito: è una persona istruita che vive in città, una donna che “concilia” il lavoro con il suo ruolo di madre di famiglia. Le altre, le madri nubili che vivono in condizioni economiche difficili nelle periferie, le casalinghe delle zone rurali, le nubili senza figli, non vengono prese in considerazione.
Intendiamo superare il modello imperante che è ancora esclusivamente nell’ottica della sicurezza o della maternità e che considera il “genere” come una categoria descrittiva, ridotto alla sola categoria “donna” concepita come omogenea.
Avanti ragazze, avanti Città!
Il potere di generare conferisce a noi donne una sommatoria di poteri che non abbiamo mai avuto, e che gli uomini non potranno mai avere.
Ora siamo più consapevoli di poter esercitare liberamente quel potere che gli uomini hanno sempre invidiato alle donne, quel potere che, proprio per la sua potenza, sono riusciti a ingabbiare, a rendere subordinato al proprio dominio.
Cosa ci aspettiamo dalle Città delle donne?
Le Giunte che ci aspettiamo dovranno ri disegnare le città in base a principi e valori nuovi con indicatori nuovi rispetto alla finanza e la fiscalità e una nuova riqualificazione delle professioni e delle competenze verso economie sostenibili.
L’impatto del riscaldamento globale nelle città italiane è sempre più evidente. Servono politiche locali che sappiano reagire a questi fenomeni estremi con coraggio e lungimiranza, combinando sviluppo urbano e rurale, turistico e alimentare, ambientale ed economico.
Come ci sta dicendo il Future Food Institute “il cibo è l'indiscusso protagonista che unisce e accomuna tutti e 17 gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs): elemento attorno al quale ruota la dimensione individuale, sociale, ambientale, culturale ed economica italiana, ma anche principale responsabile di sprechi, ingiustizie, perdite di biodiversità ed emissioni per il modo in cui viene prodotto, distribuito, commercializzato e consumato.”
Le Città saranno laboratori di rigenerazione “ecologica integrale”, in cui promuovere innovazione nel rispetto della tradizione. Il momento attuale è un'occasione unica per cominciare a prepararci per dare avvio a politiche cittadine che si prendano cura del benessere collettivo, che vengono dal basso, per affrontare le sfide globali ma senza dimenticare le peculiarità e le specificità dei singoli territori, per accogliere i fabbisogni delle nuove generazioni e costruire società più prospere.
Le Città delle donne non dovranno più solo occuparsi delle infrastrutture e della gestione ordinaria, dovranno avere il coraggio di riconoscere la complessità della vita in comune, osare e sperimentare percorsi nuovi.