Adriana Valerio, storica e teologa italiana

da | Nov 12, 2014 | Interviste/Video

Fondatrice della Fondazione Valerio per la Storia delle donne, intervista di Fernanda Di Monte

 

Negli ultimi trent'anni gli studi hanno trasformato in profondità la ricerca sulla storia delle donne. Tuttavia, la dimensione religiosa è restata spesso in ombra, mancando un’adeguata riflessione teorica sulla presenza del femminile e del maschile nella storia dell’esperienza di fede. Per questo è ancora oggi necessario portare alla luce le tante storie di donne: martiri, diaconesse, mistiche, predicatrici, profetesse, regine, badesse, fondatrici, pedagoghe… che ci hanno consegnato un patrimonio di estrema ricchezza e profondità (parole di vita, gesti di libertà, orizzonti di salvezza, scelte etiche), relativamente a esperienze e a testimonianze di fede ancora troppo poco esplorate. Oggi si sta affermando una nuova sensibilità storica, anche tra le religiose, intenta a mettere in luce la presenza delle donne nella tradizione cristiana, ridisegnando i diversi soggetti (donne e uomini) entro spazi di mutuo scambio e arricchimento, in un variegato panorama di approcci interpretativi. In tal senso le fonti religiose evidenziano quanto le donne siano state, assieme agli uomini, soggetti della Traditio, in un divenire storico di mutuo arricchimento.

Quanto di questo si ritrova nel tuo ultimo libro Le ribelli di Dio?

Con questo lavoro, frutto di un lungo impegno che porto avanti sulla storia dell’esegesi femminile (vedi la collana La Bibbia e le Donne) cerco di dimostrare che si può leggere la Bibbia liberandola dalle categorie patriarcali: la presunta inferiorità femminile ricavata dall’interpretazione di certi passi biblici è servita soprattutto a legittimare discriminazione e subalternità della donna, ma non è scontato che questo ne sia l’autentico significato. Nell’Antico e nel Nuovo Testamento, infatti, non compaiono solo figure maschili ma anche tante donne: fondatrici di stirpi, profetesse, donne “comuni” che si trovano però a svolgere un ruolo cruciale e memorabile nella storia della salvezza. Donne che compiono scelte ardite, ma difese e accolte da Dio; che hanno la forza di essere protagoniste del proprio destino; che osano opporsi all’autorità maschile, come Miriam, che rivendica il proprio ruolo di profetessa con Mosè, o come Giuditta che uccide il nemico Oloferne per salvare il popolo; che osano anteporre alle leggi umane principi superiori, come le levatrici che salvano Mosè contravvenendo alle leggi del Faraone, o come Ester che salva gli ebrei dallo sterminio sfidando le leggi dell’impero persiano; che osano piegare le leggi maschili a difesa dei diritti delle donne, come fanno Tamar e Rut. Per non parlare delle donne al seguito di Gesù, discepole e apostole che, grazie all'incontro con lui, superano gli schemi sociali dell'epoca, divenendo protagoniste nella vita di fede. Un' altra narrazione è dunque possibile e la storia dell'esegesi femminile, ancora poco conosciuta, ce lo attesta.

Uomo, donna si arriverà a riscoprire che “insieme” è il termine corretto per essere immagine di Dio?

Il primo racconto di Creazione (Gen 1,1-2,4a) ci parla con afflato poetico di un Dio che, attraverso la sua Ruah (la forza vitale, la Sapienza che aleggia e cova il mondo nascente), crea l’universo con un atto libero e per una scelta di amore ( e vide che era buono). In un crescendo di progressione creatrice, Dio crea l’umanità come stadio di maggiore complessità ( creò l’essere umano a sua immagine): una umanità differenziata ( maschio e femmina li creò), ma sempre e interamente a sua immagine. A entrambi, uomo e donna, al centro della Creazione, viene affidato il compito di popolare la terra e autorevolmente custodirla. Ricordare che la coppia umana è a immagine di Dio significa da una parte recuperare la piena e totale dignità dei due sessi, non sottoposte a gerarchie di valore, dall’altra la necessità di declinare la narrazione del mistero di Dio (del quale possiamo parlare solo attingendo al nostro limitato patrimonio linguistico ed esperienziale) secondo le categorie del maschile e del femminile.

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