Giù le mani dalle donne La Casa non si tocca

da | Mag 11, 2018 | Appelli, Comunicati

Venerdì 11 maggio 2018

 

 

Oggi siamo andate in Consiglio Comunale per rompere il silenzio assordante con cui il Comune di Roma circonda da mesi la Casa Internazionale delle Donne sulla quale continua a pendere la minaccia dello sfratto.

Il Comune non si decide a riconoscere, con gli atti necessari, il valore politico sociale e culturale della Casa Internazionale delle Donne e di tutte le altre realtà romane.

Ci siamo trovate di fronte a un clima di diffidenza e di ostilità. Ci hanno reso difficile l’entrata, perquisendo le borse e sequestrando le sciarpe “Giù le mani dalle donne” e gli innocui fogli con il numero delle firme che avremmo voluto e non abbiamo potuto consegnare.

Non ci siamo arrese.

Abbiamo costretto il Presedente del Consiglio Comunale ad ascoltarci interrompendo la seduta.

Abbiamo chiesto risposte e ci hanno assicurato che ci verranno date a breve.

Noi rimaniamo in mobilitazione. Restiamo unite.

#LACASASIAMOTUTTE

 

 

COMUNICATO STAMPA 10/05/2018

Giovedì 10 maggio alle 13 porteremo in Consiglio Comunale le 45.000 firme della petizione #lacasasiamotutte

Da mesi sulla Casa Internazionale delle Donne pesa la minaccia dello sfratto e della chiusura. Da mesi abbiamo presentato alla Giunta comunale le proposte per risolvere il problema.

Da mesi la Giunta comunale risponde con il silenzio. Il confronto, iniziato mesi fa, è stato sospeso senza alcuna motivazione. L’unica interruzione del silenzio di Roma Capitale è stata una relazione della Presidente delle Elette incompleta, burocratica e sbagliata.

Tutti concordano sul fatto che la Casa Internazionale delle Donne svolga nella città una funzione preziosa, sia da trenta anni il luogo della politica e della cultura femminile e femminista, faccia vivere, mantenga aperto e fruibile un complesso architettonico del ‘600, fornisca consulenza, sostegno, aiuto contro la violenza e le discriminazioni di genere, senza aver mai ricevuto contributi pubblici per la gestione, senza nessun onere per l’amministrazione, a parte la mancata entrata di una parte di un canone che da anni abbiamo chiesto di cambiare perché assolutamente insostenibile.

Questa funzione pubblica che la Casa svolge, come tanti altri luoghi della città, deve essere finalmente riconosciuta, difesa e valorizzata.
Noi vogliamo una risposta. Vogliamo che la Casa Internazionale delle donne e tutti gli altri luoghi sociali, siano messi in sicurezza e possano continuare il loro lavoro a servizio della città.

Noi non ci arrendiamo alla politica del rinvio e del silenzio e rilanciamo la mobilitazione. Decine di migliaia di donne e di uomini hanno già firmato a sostegno della Casa.

Giovedì 10 maggio alle 13 porteremo in Consiglio Comunale queste firme, per sollecitare una soluzione giusta e condivisa.