90 La paura

da | Mag 23, 2017 | Quello che le donne raccontano

 

Certe abitudini, che in alcuni casi sarebbe meglio definirle vizi poiché di vizi si tratta in realtà, si prendono quasi per gioco, curiosità che col tempo si pagheranno a caro prezzo. Ricordo che tutto nacque da un sogno, un sogno tutto sommato stupido, niente di che, ma che in mano a Clara, una mia amica fissata col gioco del Lotto, aveva acquisito i contorni di un vero affare.
“Devi giocare i numeri al lotto” mi disse e subito dopo con grande maestria mi snocciolò un sunto della smorfia, ne avevo sentito parlare vagamente dai miei nonni, ma per me si trattava di arabo mentre per lei ogni cosa, animale o azione sognati, corrispondeva a un numero da giocare sulle ruote del lotto. Ebbene non sto qui a raccontare il sogno, ma i numeri che lei abilmente mi suggerì di giocare, il terno 47 – 1 – 90, ebbero la meglio. Fu così che mi lasciai convincere e puntai cinque euro su tutte le ruote. – Vedrai che vincerai – mi disse con una certezza che ancora adesso non riesco ad immaginare da dove venisse. Naturalmente i numeri non uscirono, ma lei, convintissima, disse che bisognava giocarli più volte e, ironia della sorte, al quinto tentativo uscirono e vinsi una bella sommetta che mi compensava ampiamente dei venticinque euro spesi.
Sarebbe stato meglio che non fossero mai usciti quei numeri perché quella piccola vincita innescò un perverso meccanismo che mi portò a giocare tutte le settimane, fu così che comprai il libro dei sogni e in breve divenni anch’io un’abile interprete della cabala.
Dopo qualche tempo arrivai a spendere anche cento e più euro alla settimana sottraendoli dal budget per la casa e la speranza-convinzione di recuperare le somme perse mi portava a fare puntate sempre maggiori fino a quando, non riuscendo più a tenere nascosta la cosa, mio marito se ne accorse e non dico cosa successe per aver dato retta ad una amica.
Ora, dopo mesi di terapia in un gruppo d’ascolto col mio stesso problema, ho smesso con il lotto, ma la tentazione di giocare almeno un ambo ogni tanto è sempre in agguato.

Mnemosine di Max Bonfanti ©Riproduzione riservata